Postato in data 28 Marzo 2020 Da In Politica

NELLA RISOLUZIONE DEL CONTRATTO TRA COMUNE E ATI LAMCO, ANCHE IL CONTRIBUTO DEL PD. QUALE FUTURO?

“Meglio tardi che mai. Per anni abbiamo sostenuto che l’Ati Lamco, l’associazione temporanea di imprese che si è occupata della realizzazione dell’anagrafe immobiliare, catastale, tributaria e territoriale per conto del Comune di Ragusa, a causa delle continue vessazioni nei confronti dei nostri artigiani, dei nostri imprenditori, dei nostri agricoltori e delle nostre famiglie, ha rappresentato un vero e proprio colpo basso sferrato all’economia locale. Una operazione nata per il fine nobile di creare condizioni di equità fiscale, mal gestita, mal applicata, con un danno enorme per la nostra città. Diverse le iniziative comunali da noi assunte per stigmatizzare questa ingiustizia tributaria. Ora, finalmente, l’attuale amministrazione comunale ha preso coscienza di tutto ciò decidendo di rescindere il contratto per inadempienza. Meglio tardi che mai”. Lo dicono i consiglieri comunali del Pd, Mario Chiavola e Mario D’Asta, che sulla questione conducono una battaglia politica che va avanti da tempo, avendo espresso le proprie perplessità sul contratto tra il Comune e l’Ati risalente addirittura al 26 marzo del 2014 e avendo pure verificato l’appendice al contratto del 9 gennaio 2015.

“Non si evinceva chiaramente dal contratto di affidamento (articolo 5) se il corrispettivo da versare alla ditta affidataria si riferiva all’accertato definitivo o all’effettivo introito (incasso) da parte del Comune. Tantissime le zone di non competenza a cui si sono chiesti ingiustamente i soldi per le tasse ai ragusani. E poi, dopo il danno la beffa: incredibile avere dato il 40% dei soldi dei ragusani alla Lamco. Ecco perché più volte abbiamo chiesto alle due amministrazioni comunali che si sono succedute di porre fine a questo salasso”. I rappresentanti del Partito Democratico, tra l’altro, negli anni scorsi avevano anche denunciato l’atteggiamento aggressivo da parte degli accertatori Lamco, senza che le amministrazioni in carica avessero mai assunto posizione su quanto si verificava. “Il modus operandi del personale impiegato inviato dalla Lamco – avevano sottolineato Chiavola e D’Asta – aveva concretizzato, nei confronti dei cittadini ragusani, atteggiamenti arroganti, spavaldi, che spesso avevano portato gli stessi cittadini a richiedere l’intervento delle forze dell’ordine creando, senza dubbio alcuno, irritazione, confusione, comportamenti al limite della violazione della privacy con il risultato di una complessiva poca correttezza nei confronti dell’utenza”.

“Adesso, finalmente – affermano ancora i due consiglieri – tutto questo è superato. E anche noi pensiamo di avere fornito il nostro contributo, dando una spallata per far sì che questo rapporto si interrompesse. Si apre, però, più di una maglia: adesso, infatti, quali saranno le scelte future dell’amministrazione comunale rispetto al compito che era stato affidato all’Ati Lamco? Si adotteranno altre strade? Oppure si cambierà completamente visione? E sui soldi versati ingiustamente dai ragusani ci sarà un rimborso? Sono degli interrogativi importanti a cui rispondere perché facciamo riferimento, comunque, al di là di come lo stesso sia stato gestito proprio dall’Ati Lamco, a un settore che merita la massima attenzione oltre che una operatività all’altezza della situazione, garantendo che possa essere fatto ordine sulla delicata materia. I nostri sono degli interrogativi che meritano delle risposte. Continueremo a seguire la questione con la stessa determinazione di questi anni”.

 

La Redazione

 

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