Postato in data 3 Marzo 2023 Da In Società

LA STRAGE DEGLI INNOCENTI di Paolo Caruso

La vergogna per quanto avvenuto in Calabria lascia scossi e impietriti dallo sconforto la totalità dei cittadini di questo nostro Paese, che dinanzi ai 66 morti annegati fin’ora accertati di cui 14 minorenni e due neonati si pongono giustamente il problema se siano state adottate tutte le procedure per cercare di salvare tante vite umane in difficoltà in balia di un mare tempestoso, se sia stato fatto abbastanza per scongiurare l’ennesima tragedia del mare, e quali siano attualmente le politiche che il governo Meloni intende affrontare coinvolgendo l’intera Europa per regolare i flussi migratori.

La risposta a questi interrogativi purtroppo lascia molti punti oscuri e poco spazio alla speranza di un impegno di civiltà. L’aria che si respira nei palazzi istituzionali è di assoluto imbarazzo e di grande ipocrisia. Le parole del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che suonano come un rimprovero per i migranti che affrontano da irresponsabili i rischi del mare per fuggire dai propri territori pesano come un macigno, dimenticando volutamente che trattasi di disperati che fuggono da aree di guerra, di carestie e di persecuzioni.

Pretendere che le persone non partano da luoghi inabitabili e ostili non solo è incredibilmente cinico ma è anche fuori dalla realtà. Del resto il Ministro Piantedosi non è nuovo a discorsi improvvidi di tipo razzista come quelli del novembre 2022 dove paragonò i migranti a “carichi residuali” cioè “materiali incoerenti” nel trasporto marittimo. Così alla crudeltà del mare risalta la spietatezza di questo “piccolo uomo” delle Istituzioni che per certi versi lascia intravedere cosa covi all’interno del governo Meloni. Le parole sono pietre recitava Carlo Levi ma in questo caso quelle del Ministro sono vere pietre tombali che contengono una profonda disumanità. Solo per questo dovrebbe rassegnare le dimissioni dall’incarico ministeriale.

La tragedia accaduta la notte di domenica nel mare Jonio a Steccato di Cutro lungo le coste crotonesi porta alla ribalta quanto grandi siano le responsabilità del governo Meloni e dei ministeri interessati, l’Interno del Ministro Piantedosi e le Infrastrutture del Ministro Salvini. Il barcone carico di migranti provenienti per lo più da Iran, Afghanistan, Siria, partito da Izmir in Turchia, era stato avvistato nella serata di sabato a circa 40 miglia dalla costa crotonese da un veicolo Frontex in pattugliamento che aveva consentito l’invio in zona di una motovedetta e di un pattugliatore che per le proibitive condizioni del mare erano dovuti rientrare agli ormeggi. Alle forze di polizia allertate a terra non rimaneva altro che accertare lo spiaggiamento del barcone completamente distrutto e la tragedia che si era appena consumata.

Ora bisogna valutare come mai le motovedette della capitaneria di porto attrezzate per occasioni di soccorso anche con mare forza 7 non abbiano preso il largo per raggiungere i migranti in seria difficoltà e soprattutto quali siano le direttive che abbiano ostacolato tale intervento. Certo è che le responsabilità partono da lontano e vedono coinvolti i soliti volti della politica insofferenti e ostili ai flussi migratori, responsabilità morale che grida vendetta per i tanti morti che si sommano ai circa trecento dei primi mesi di quest’anno. Questa ennesima tragedia del mare non può non lasciarci indifferenti ma sia da stimolo alla politica nostrana per un maggiore coinvolgimento dell’Europa nel governare senza se e senza ma il fenomeno dei migranti.

Dott. Paolo Caruso

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