Postato in data 16 Aprile 2024 Da In Società

QUERELA TEMERARIA L’ATTACCO ALLA LIBERA ESPRESSIONE di Paolo Caruso

Oggi con l’avvento al governo della destra meloniana si avverte sempre più la volontà intimidatoria nei confronti di intellettuali e giornalisti con l’uso spropositato della querela come strumento per limitare la libertà d’opinione. C’è una sproporzione notevole fra il potere dell’intellettuale o del giornalista e il potere della politica e in modo particolare del governo; ciò rivela una volontà intimidatoria nei confronti dei liberi pensatori che a volte cedono alla tentazione di autocensurarsi, o conformarsi al sistema, per evitare una denuncia per diffamazione. Infatti spesso l’uso della querela viene utilizzato dal potere come strumento di intimidazione per soffocare la libertà di pensiero. Come ha scritto correttamente Corrado Augias ” un capo di governo non dovrebbe mai portare in giudizio un cittadino quando si tratta di opinioni”.

Succede invece e purtroppo nel caso del Professore Luciano Canfora insigne filologo e storico, querelato dall’attuale Premier per averla definita “nazifascista nell’animo” durante un convegno a Bari. Lo stesso dicasi per Roberto Saviano querelato dalla “Giorgia nazionale” e dal “Cazzaro Verde” per diffamazione essendo stati definiti “Bastardi” in merito al loro operare nel 2020 contro le ONG. Un crescente isolamento degli Uomini di cultura attuato con metodi che ricordano quasi il ventennio. Per analogia c’è da ricordare la querela per diffamazione del “cognato d’Italia”, il Ministro Lollobrigida nei confronti della filosofa Donatella Di Cesare e del Rettore dell’università degli Stranieri di Siena, Tomaso Montanari, a cui si aggiunge lo Storico Davide Conti querelato dalla sottosegretaria Isabella Rauti. E il numero degli accusati non si ferma qui considerando le numerose querele intentate da questo governo nei confronti dei cosiddetti giornalisti scomodi.

Eppure l’articolo 21 della Costituzione sancisce il diritto di manifestare il libero pensiero. Molti intellettuali anche a livello internazionale hanno preso posizione a favore della libertà d’opinione espressa da questi Uomini Liberi e anche giornali come il Guardian e Liberation hanno manifestato critiche nei confronti del governo italiano. Le Slapp, acronimo di Strategic lawsuit agaiust public partecipation, frequenti non solo in Italia, sono cause legali in cui è palese la sproporzione di potere tra la persona e personaggi anche politici che tendono ad adire le vie legali non tanto per vincere ma al semplice scopo di intimidire l’accusato scoraggiandone il lavoro di scrittore, giornalista e blogger.

Si passa così da un giornalismo prostrato al potere ad un giornalismo schiacciato dal potere. In entrambi i casi dopo quasi ottant’anni di repubblica, l’aria si sta facendo sempre più irrespirabile, infatti l’informazione pubblica è totalmente nelle mani del governo e qualsiasi dissenso viene piegato a logiche di potere. Lo stesso servizio pubblico radiotelevisivo considerato da anni un vero e proprio bottino di guerra vive oggi una desertificazione delle migliori intellighenzie. Si può tristemente affermare che la Destra ha preso in maniera spudorata il controllo dell’informazione e che la RAI perdendo di vista l’obiettività riesce poco credibile agli occhi dei cittadini. Il quadro ad oggi risulta alquanto sconfortante con una informazione soffocata dalla politica che con le buone o le cattive tiene a bada qualsiasi dissenso. Scriveva Piero Calamandrei che “la libertà è come l’aria, ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”.

Dott. Paolo Caruso

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