Postato in data 22 Gennaio 2023 Da In Politica

Il “DENARO” NON PUZZA (PECUNIA NON OLET) di Paolo Caruso

In questa corsa affannosa dei media su come sbattere in prima pagina e nei talk show le notizie su “Denaro”, come fosse “ius primae noctis”, non potevano mancare gli accostamenti della riuscita dell’arresto del latitante più ricercato d’Italia al mondo della politica, ai meriti del governo di destra, una destra ideologica accostata dal ministro della cultura al “Sommo Poeta” Dante Alighieri, fautore a suo dire del pensiero della destra italiana. Un susseguirsi di messaggi adulatori delle principali testate giornalistiche alla “Giorgia nazionale” e al suo governo che cercano di far passare come veritiere le panzane che in questi giorni vengono elargite a profusione sul coinvolgimento concreto della politica di destra all’arresto del latitante eccellente, nuovo pensiero della destra meloniana che così cerca di occultare quel mondo sommerso da cui trae linfa vitale..

E’ chiaro a tutti che il lavoro meritevole dei “Servitori dello Stato”, forze dell’ordine e magistratura, appartiene a tutta la politica, alla società civile e al Paese intero e quindi non si può intestare a singoli partiti o esponenti di essi. Si assiste anzi ad una caduta di immagine da parte della destra di governo in un momento in cui in parlamento si discute la riforma della giustizia del Ministro Nordio che vorrebbe limitare le intercettazioni telefoniche, l’utilizzo del Trojan, mezzi utilissimi nel corso delle indagini come ribadito più volte dal Procuratore della repubblica di Palermo, dalla quasi totalità dei magistrati e dal Procuratore nazionale antimafia.

Se poi a questa operazione si associa la volontà di depenalizzare i reati fiscali e il reato di abuso d’ufficio, con la riproposizione infine della tanto contestata prescrizione allora si comprende che si va incontro al Vulnus della Giustizia e non di certo al consolidamento dei principi cardini della destra italiana, Ordine, Giustizia, e Patria. Un percorso politico di tutt’altro genere che manda espressamente segnali inequivocabili a quel mondo opaco costituito dall’intreccio mafia, massoneria, politica, imprenditoria finanziaria, mondo delle professioni. Un venir meno di quelle speranze di legalità che i cittadini avevano riposto nella destra meloniana, ma ahimè la politica ricalca in pieno la verità tutta italiana di gattopardiana memoria dove “Tutto cambia ma nulla in effetti cambia veramente e tutto rimane così com’è”. Del resto evasione fiscale e corruzione rappresentano le due facce della stessa moneta, una moneta tanta cara alla politica, alle associazioni malavitose e alla borghesia mafiosa che li fiancheggia e li sostiene. La “normalizzazione” avviata dalla “Schiforma Cartabia trova seguito nelle proposte dell’attuale Ministro della giustizia Nordio, un regalo gradito offerto al sistema corruttivo che metastatizza l’economia sana del Paese e che rende meno visibile il mondo affaristico finanziario della Piovra Mafiosa, tanto come dicevano i latini “Pecunia non olet” e i vari “Denaro” sicuramente non puzzano nè alla politica nè alla borghesia mafiosa.

Lo stereotipo della mafia siciliana fatta di coppole e lupara rappresenta oggi semplicisticamente un luogo comune che occupa il museo polveroso delle tradizioni popolari. Una mafia colta legata alla finanza e alla politica di cui spesso è parte integrante con la complicità di una borghesia omertosa si annida ormai pericolosamente nei gangli vitali e Istituzionali del Paese, come già dimostrato dalle intercettazioni che il ministro Nordio vuole limitare, dall’arresto di politici e di insospettabili “Colletti bianchi”.

Dott. Paolo Caruso

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