senatore G. Battaglia

Postato in data 21 Marzo 2017 Da In Politica

“IL GRAN RIFIUTO” DI GIANNI BATTAGLIA

E’ ufficiale. Il senatore Gianni Battaglia, storico “pilastro” del PD ragusano, si è dimesso.

Con una lettera inviata al Segretario provinciale del PD di Ragusa, ai componenti dell’Assemblea dell’Unione comunale del PD di Ragusa, ai Segretari dei circoli del PD di Ragusa e, per conoscenza, al Segretario Regionale del PD, Gianni Battaglia ha rassegnato le sue dimissioni dalla carica di segretario dell’Unione comunale del PD di Ragusa e di ogni altra carica a qualsiasi livello ricoperta all’interno del PD.

Il testo è stato pubblicato dai media senza che ad esso siano state aggiunte ulteriori considerazioni in quanto lo stesso si presenta molto articolato, motivato e teso a spiegare in modo chiaro quali siano stati i passaggi e le ragioni politiche che hanno determinato questa irrevocabile decisione.

Una critica esplicita e diretta viene indirizzata al PD che non ha realmente compreso, a suo parere, quali siano state le ragioni di tante ripetute sconfitte elettorali e perché  milioni di elettori hanno negato il loro consenso, mentre migliaia di iscritti e militanti hanno abbandonato l’impegno politico attivo.

Sarebbe stato necessario – afferma Battaglia – “riconsiderare e correggere scelte sbagliate e attuare nuove politiche in materia di lavoro, di scuola e istruzione, di protezione sociale, di politiche sanitarie e welfare, di diritti civili, di politica economica, di interventi per contrastare la povertà, le diseguaglianze, il degrado sociale in molte aree del paese specie nelle periferie urbane e nel mezzogiorno d’Italia.

C’era bisogno di mettere al sicuro il Paese lavorando, da subito e con determinazione, come ci si era impegnati a fare, per approvare una nuova e condivisa legge elettorale che coniugasse in maniera equilibrata governabilità e rappresentanza democratica, riaffermando la sovranità popolare e restituendo agli elettori il diritto di scegliere i propri rappresentanti così da porre  fine definitivamente alla lunga stagione dei parlamentari nominati che hanno contribuito ad allargare la distanza tra parlamento, partiti e popolo”.

Nella lettera il senatore non poteva esimersi dal fare riferimento ai risultati del referendum del dicembre 2016, in cui si era schierato attivamente per il No, lamentandosi del fatto che in seguito non c’è stata un’autentica e costruttiva riflessione sulle motivazioni non solo dell’esito negativo del voto nazionale, ma anche delle sconfitte incassate a Vittoria e a Scicli, allo scopo di affrontare con maggiore consapevolezza le prossime scadenze regionali e nazionali.

Battaglia ritiene forzata la scelta di avviare la stagione congressuale, dato che appare sorretta esclusivamente dalla volontà della rivincita personale, inseguendo non una linea politica ampiamente condivisa , ma il trionfo di una leadership legata  alle ambizioni e ai destini personali.

“Non era questo quello di cui il partito aveva bisogno, e il rischio è – asserisce  Battaglia – che Il PD si trasformi in una “terra di nessuno”, “una legione straniera” in cui stanno insieme grandi esperienze passate e autorevoli personalità, ma anche opportunisti, trasformisti ed in taluni casi perfino affaristi”.

La sua critica disamina degli eventi tocca alla fine anche la questione dei tesseramenti, giudicando riprovevole il fatto che il congresso si svolga con un tesseramento per il 2016  chiuso senza essere stato mai aperto, con iscritti che da persone vere sono diventate elenchi,  e con un tesseramento del 2015  mai certificato e non certificabile,  mentre quello 2014 è stato certificato, ma contestato anche a causa della “complicità” della commissione regionale di garanzia.

Il riferimento a questa vicenda lancia un chiaro rimprovero al governo del partito nella città di Ragusa. Il senatore si dichiara fermamente convinto che, se si fosse deciso di svolgere la stagione congressuale  attraverso tempi, procedure, regole diverse, sarebbe stata creata un’occasione utile non soltanto al partito, ma anche al nostro paese che sul PD e sulla forza del  centro sinistra aveva posto la speranza di un cambiamento reale e proficuo.

Tutte queste ragioni  hanno pertanto determinato la sua decisione di non partecipare ad alcuna delle fasi congressuali, e nel congedo non nasconde il suo  rammarico per le occasioni mancate, riferendosi forse all’impossibilità di poter contribuire a portare avanti un’autentica inversione di tendenza.

Se proprio si deve parlare di “mancanza”, sono note a Ragusa le problematiche insorte in seno ai circoli del Pd e al “mancato riconoscimento” della legittimità dell’elezione del senatore Battaglia come segretario dell’Unione comunale del PD di Ragusa, problematiche che hanno creato una vera e propria frattura all’interno del partito con ricorsi alla Commissione Regionale e un pericoloso immobilismo che si è protratto troppo a lungo e che non ha certo favorito il consenso e il rilancio del partito democratico.

Ma di certo, con queste dimissioni e con la relativa spiegazione delle ragioni affidate alla lettera, Battaglia ha fatto una scelta confacente alla sua recente posizione in contrasto con la linea generale del partito nazionale e locale che si muove con modalità, spirito, programmi e iniziative di altra natura.

Chi non condivide le linee politiche del partito di cui fa parte e non si riconosce nelle mete e negli ideali da perseguire,  è giusto che prenda un’altra strada con serenità e senza più voltarsi indietro.

E questo Battaglia, con le sue dimissioni,  lo ha dimostrato forse con tardiva coerenza, ma con palese dignità.

Angela Di Salvo

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