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Postato in data 27 Novembre 2016 Da In Politica

REFERENDUM “AGITATO per l’USO”

Il Referendum Costituzionale è ormai alle porte. Di sicuro gran parte degli Italiani si augura che il 4 dicembre arrivi presto e che tutto finalmente abbia fine.

Non si può negare, infatti, che è stata una campagna dai toni forti. Tante persone in primo piano e numerosi comitati attivi e invasivi: si sono scomodati politici vecchi e nuovi, magistrati, costituzionalisti, imprenditori, uomini dello spettacolo, ma anche uomini e donne comuni, giovani e anziani, colti e ignoranti, insomma, di tutto, di più.

Sul web, diventato un ring dove si combatte con le parole e non con i pugni, è stato possibile leggere ingiurie di ogni tipo, commenti forti e offensivi nei confronti del Premier o di altri politici dell’opposizione.

Insomma nelle piazze virtuali la gente ha dato il peggio di sé, mentre la modifica di qualche articolo di una Costituzione datata, si è trasformata in una vera e propria contrapposizione politica, al fine prevalente di indebolire questo governo e magari mandare a casa Renzi e tutto il suo seguito.

Non parliamo poi dei confronti televisivi. Non c’è stata serata in cui non si siano scontrate, con toni più o meno aspri e figuracce dialettiche eclatanti, le famigerate ragioni del No e le altrettante famigerate ragioni del Sì.

La cosa più sconfortante è che sono circolate bufale di ogni tipo riguardo a questa riforma, tipo quella che, se votiamo Sì, l’Italia diventerà una dittatura con un uomo solo al comando, oppure quella che la nostra Costituzione è la più bella del mondo e non si può cambiare, senza sapere che la parte “bella”, quella con i nostri principi e valori fondamentali, non si cambia affatto, se mai si modifica solo la seconda parte, quella che riguarda il funzionamento degli organi dello stato.

Però vorrei evitare di entrare nel merito della bontà o della malvagità della riforma costituzionale. Come ogni opera umana, non è perfetta e, se si vuole cercare il pelo nell’uovo, lo si trova di sicuro, e non è nemmeno corretto dire “si poteva fare meglio”, perché è facile criticare a posteriori il lavoro altrui costato tempo, sacrifici e compromessi, specie quando a criticare sono proprio quei politici ignavi che per tante volte hanno dichiarato che bisognava fare una riforma, ma concretamente non sono riusciti neppure a provarci.

Ma così come ci sono punti di forza e punti di debolezza in entrambe le ragioni del Si e del No, allo stesso modo, dopo aver messo in evidenza gli aspetti negativi di questo clima teso e arroventato che precede il giorno fatidico del voto, è giusto rilevare qualche aspetto positivo.

Finalmente la parola Costituzione ha trovato alloggio sulle bocche e nelle teste di tutti, specie dei giovani e dei meno giovani. C’era persino chi non sapeva com’era stata fatta e di cosa trattasse, quanti anni siano passati dalla sua nascita e cosa intendevano realizzare i nostri galantuomini Padri Costituenti quando, dopo la caduta del Fascismo e la fine della devastante seconda guerra mondiale, aspiravano a fondare nella nostra Italia un’era nuova, mossi dal desiderio di libertà e di pace.

Quella stessa pace che forse dovrebbe calare sugli sconfitti o sui vincitori di questo referendum allorché finalmente smetteranno di argomentare cavillosamente su quello che potrebbe succedere o non succedere dopo la verifica dei risultati.

Forse la grande vittoria sarà che questo referendum riuscirà a portare alle urne gente che aveva smesso di votare da tanto tempo.

È certo che molti voteranno per cambiare e smuovere l’immobilismo che ci impaluda da anni. Altri voteranno per odio e per invidia o per rabbia, perché forse il voto è la sola voce che hanno per colpire o farsi sentire.

Che tristezza notare quanto poco l’amore per la nostra Costituzione c’entri in tutto questo!

Angela Di Salvo

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