Mario D'Asta

Postato in data 30 Dicembre 2015 Da In Politica

ASPETTANDO LA RIVOLUZIONE GRILLINA

RAGUSA TASSATA E TAR-TASSATA

16 dicembre 2015. E’ passato più di qualche giorno da una data più che simbolica, da una data che sembra assumere i connotati del paradossale, una data che i ragusani ricorderanno per tanto tempo. Una città tassata e tar-tassata. Una città che si piega in due per le politiche di pressione fiscale che questa amministrazione sta portando avanti irresponsabilmente. Un paradosso che vede sia il danno che la beffa andare di pari passo.

Si, perché, purtroppo i conti non tornano. Come recita il vecchio adagio, d’altronde, la matematica non è un’opinione. E se i numeri sono numeri, l’amministrazione comunale a trazione grillina non è riuscita nella quadratura del cerchio. Anzi, ha solo complicato la vita alle famiglie e alle attività produttive ragusane. Quando, invece, avendo una visione di città, una capacità di analisi e di programmazione, occorrerebbe trovare le alternative migliori per gravare il meno possibile sui cittadini. A maggior ragione in un periodo di crisi socio-economica come quello attuale. Partiamo da una cifra: 7,3 milioni di euro.

E’ l’esborso che i ragusani hanno dovuto subire, con scadenza il 16 dicembre scorso, per la Tasi. Il tutto mentre il sindaco Piccitto, il quale appena l’anno prima aveva vantato il Comune di Ragusa come uno dei pochi “Tasi free” in tutta Italia, ha fatto marcia indietro. In più, noncurante del grosso sacrificio a cui ha costretto i ragusani, si è riconfermato i due consulenti, in questo caso, uno per il web, l’altro per il turismo, a duemila euro al mese ciascuno. Consulenti che vanno a sommarsi a tutti gli altri, esperti, dirigenti, e chi più ne ha, più ne metta, tutto a carico dei cittadini. Semplicemente inaccettabile!

Ma ciò che conta, per questa Giunta che avrebbe dovuto essere quella della rivoluzione è tassare e tar-tassare, tra l’altro, senza alcun tipo di Piano B. Lo abbiamo ribadito più volte anche in aula. Un’amministrazione che ha sotto controllo i conti trova gli ambiti e i modi per risparmiare, ma cerca soprattutto risorse aggiuntive per non pesare sui propri cittadini. La domanda, a questo punto, diventa spontanea, ma anche retorica, con esito negativo,  sulla capacità dell’amministrazione di introitare i fondi europei con una risposta altrettanto scontata, perché le capacità organizzative e di programmazione, anche in tale settore, non sono all’altezza della sfida.

Anche sulla evasione fiscale nessuna misura significativa per contrastare un fenomeno presente, ahimè, anche nella nostra città. Leggendo il programma del sindaco, sempre più velleitario, laddove è scritto: “Accorpamento e rimodulazione dei settori amministrativi, seguendo il principio dell’armonizzazione, ridefinizione dei ruoli dirigenziali sulla base dell’economicità nella gestione della spesa pubblica”, ci rendiamo conto che nessun seguito è stato dato all’impegno preso. Anzi, al contrario, i settori dirigenziali sono aumentati, tutto a discapito dei cittadini che si vedono costretti a pagare più tasse. Dov’è l’economicità nella gestione? Tutti interrogativi destinati a rimanere senza risposta. Con buona pace dei ragusani che si trovano costretti, giorno dopo giorno, a compiere dei salti mortali per fare quadrare i bilanci familiari, laddove è possibile farli quadrare. Anche perché le sacche di povertà sono in aumento.

C’è poi un altro nodo sostanziale che non si può fare finta di non vedere. La nostra città usufruisce di royalties petrolifere, cioè i proventi derivanti dall’estrazione dell’oro nero sul nostro territorio. Attualmente le royalties sono aumentate da 5 milioni nel 2013 a ben 28 nel 2015 con un complessivo ammontare di quasi 50 milioni di euro in tre anni e questo risultato straordinario ha totalmente ubriacato i pentastellati che hanno pompato la spesa corrente passata dai 73 milioni del 2013 a ben 90 milioni e 800mila euro nel 2015; tutto ciò senza attuare minimamente la pur accennata spending review, tutto in barba al legislatore, sforando anche i tetti di spesa del personale come evidenziato nella relazione al bilancio dei revisori dei conti. Ma non sono bastate le royalties allo sperpero pentastellato.

Ad aumentare non solo le tasse  si sono aggiunte altri tributi come il pagamento preventivo della bollettazione idrica(mai successo prima) e non ultimo le multe, anzi, multone, dovute alla trasgressione dei limiti di velocità, che stanno arrivando a casa con un utilizzo, a volte opinabile, dello street control. Tutto questo per fare cassa. Perché hanno chiesto anche ai ragusani sforzi spropositati e non necessari? Se invece avessero razionalizzato e riqualificato la spesa, avrebbero potuto operare una prudente politica finanziaria per preparare l’ente a gestire un futuro migliore. L’avere caricato oltremodo la spesa corrente a fronte di una entrata non consolidata nel tempo crea, a mio avviso, i presupposti di squilibri di bilanci futuri.

Ecco, sono questi i numeri di cui bisogna tenere in conto. E i numeri, come sappiamo, non sbagliano mai. Bensì, in questo caso, dipingono un quadro che si annuncia incerto, preoccupante, financo inquietante. Ecco perché il Comune è stato continuamente costretto a mettere le mani nelle tasche dei ragusani. Mi chiedo dove sia finita la  spending review, tra l’altro imposta dal legislatore. Mi chiedo, ancora, con quale sfrontatezza si può dichiarare che l’aumento delle tasse era un fatto ineluttabile. Si sarebbe dovuto operare in maniera più accorta, visto che l’economia iblea stenta a riprendersi e i proventi delle royalties hanno abbondantemente non solo compensato ma superato di gran lunga i tagli attuati dalla Regione e da Roma. Questa è una deriva che va bloccata immediatamente. Ritengo, alla luce delle soprascritte notizie,  che l’extragettito proveniente dalle royalties, per quanto riguarda il prossimo anno, possa servire a sostenere le famiglie e gli operatori economici. Basta tasse! servono soluzioni alternative. Serve rilancio ed una ripartenza.

Da parte mia, nostra e del PD, sentiamo la responsabilità non solo di vigilare e controllare, ma anche di avviare una fase nuova propositiva in termini di idee e contributi. Nell’auspicio che tutto ciò che portiamo in aula, non venga, come sempre, bocciato. Solo perché siamo della opposizione.

Mario D’Asta

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