Postato in data 20 Febbraio 2019 Da In Salute

IL NUOVO OSPEDALE GIOVANNI PAOLO II DI RAGUSA

Il Dr. Pasquale Granata, Direttore sanitario degli Ospedali di Ragusa, già Direttore Sanitario aziendale negli anni della nascita dell’Azienda Sanitaria Provinciale, Specialista in Igiene Sanita Pubblica e in Tecnica ospedaliera, Master in Management delle aziende sanitarie presso la SDA Università Bocconi, rappresenta il fil rouge della sanità della nostra provincia nel senso che dagli anni ’90 ad oggi, ha collaborato con funzioni dirigenziali e in ruoli diversi, con tutti i manager si che sono susseguiti nell’ultimo ventennio nell’Azienda Sanitaria Iblea. Oggi è una delle poche persone in grado di raccontarci il passato, il presente e il futuro del nuovo ospedale, in quanto ha vissuto giorno per giorno le dinamiche della costruzione, del trasferimento e della quasi sistemazione dei reparti, dei laboratori, delle sale operatorie, e quant’altro! Dando uno sguardo alla sua biografia e al suo curriculum professionale il dr. Granata è l’uomo giusto al posto giusto. In virtù del suo carattere mite ma determinato, è in grado di dirimere le decine di problematiche che si presentano quotidianamente nella sistemazione della nuova struttura ospedaliera.

“Finalmente il “sogno” è diventato realtà, così potremmo iniziare questa nostra chiacchierata sul Nuovo Ospedale Giovanni Paolo II – esordisce il dr. Granata- con un impegno non indifferente e dopo una lunga e travagliata programmazione, da poco meno di due mesi l’Ospedale è diventato pienamente operativo, riempiendosi rapidamente dei contenuti e dei significati propri di una nuova struttura ospedaliera, dedicata ai pazienti acuti, nelle sue diverse articolazioni per la risposta alle urgenze-emergenze, alle patologie traumatiche e chirurgiche programmate.
Alla luce di questa realtà ospedaliera nella città di Ragusa, a cui siamo arrivati superando mille difficoltà burocratiche e tecniche, in un percorso costellato da illusioni e speranze, possiamo il punto della situazione?
L’ospedale Giovanni Paolo II ospita attualmente le Unità Operative Complesse di: Direzione Sanitaria, Direzione Amministrativa, Chirurgia Generale, Ortopedia e Traumatologia, Urologia, Medicina generale, Pediatria, Cardiologia con Emodinamica e Terapia Intensiva Cardiologica, Anestesia e Rianimazione, Medicina e Chirurgia di Accettazione e di Urgenza (Pronto soccorso), Radiodiagnostica, Patologia Clinica, Farmacia; la Medicina nucleare era già presente ed operativa nel presidio da due anni . A breve si aggiungeranno, completando così i trasferimenti previsti dalla programmazione aziendale, le unità operative complesse di Ginecologia e Ostetricia e Neonatologia con Terapia Intensiva Neonatale.

Il trasferimento dell’ospedale nella nuova struttura del Giovanni Paolo II ha sicuramente migliorato la tecnologia e la degenza nei vari reparti, ma c’è stato un vero salto di qualità auspicato dalla comunità iblea?
Il progetto per la realizzazione del nuovo presidio è risultato all’avanguardia anche sotto il profilo ambientale e della sicurezza sui luoghi di lavoro, per la qualità del contenitore ospedaliero per l’uso dei materiali, della qualità degli impianti, del colore, del comfort acustico, del microclima interno, dei ricambi d’aria e del condizionamento
Come è evidente a tutti l’Ospedale GP II offre la necessaria qualità igienico strutturale di un ospedale moderno, con ampi spazi e reparti degenza a misura del paziente, cromaticamente gradevoli, con arredi completamente nuovi che rendono l’ambiente di degenza molto confortevole: tutto concorre a mettere al centro del percorso di cura intraospedaliera la persona e le sue necessità, per garantire assistenza continua e personalizzata con percorsi multi/professionali/disciplinari, riferimenti sanitari certi e appropriatezza nell’uso delle risorse.

Per fare questo- sottolinea il dr. Pasquale Granata- fondamentale è stato l’utilizzo di tecnologie di alta gamma e completamente nuove presenti nell’Ospedale , ad esempio tutte le apparecchiature di radiologia – due Tac telecomandati mammografo digitale app. per densitometria ossea ecografi – sono nuove; presto anche la Risonanza magnetica nucleare i sarà installata, sostituendo l’attrezzatura attuale, ma nuove sono anche tante altre apparecchiature presenti e fruibili nell’Ospedale, in Rianimazione , Emodinamica, Pronto soccorso etc.)
L’apertura dell’Ospedale Giovanni Paolo II ha sicuramente comportato un notevole miglioramento in termini di tecnologia e spazi, ma anche di risposta all’utenza in quanto ha consentito di riunire l’area dell’emergenza, prima divisa tra i Presidi Civile e Maria Paternò Arezzo. Rilevante a mio avviso il contributo di tutto il personale sanitario , dai primari alle altre figure professionali che si sono spesi per la buona riuscita del trasferimento e che ora dovrà trovare il giusto orientamento in questa fase importante di adeguamento al nuovo, di assestamento e riorganizzazione funzionale: a tutto il personale, nessuno escluso , va il mio personale ringraziamento per la collaborazione e il senso di grande disponibilità e responsabilità dimostrati.

Sono passati quasi vent’anni anni da quando fu elaborato il primo progetto, i manager e i dirigenti che si sono susseguiti, hanno dedicato ognuno con le proprie capacità, grande attenzione e passione, alla realizzazione di questo sogno, oggi, nel ringraziarli quale futuro per questa opera simbolo della buona sanità?
L’ospedale deve essere inserito in una rete di servizi per diventare il presidio di riferimento per i casi acuti più complessi, con una forte integrazione con i servizi territoriali in modo da assicurare la più completa continuità delle cure, nei quali invece devono essere trattate le fasi di non acuzie: questo consentirà anche il decongestionamento del Pronto soccorso e dei reparti di degenza – l’iperafflusso in PS rappresenta sempre per tutte le strutture ospedaliere un problema di difficile soluzione.

Per il professionista sanitario sarà sempre più cruciale risolvere il “dilemma” fra l’esigenza di garantire continuità nella cura e nella conoscenza dell’ammalato e quella di operare in contesti ad alto contenuto tecnologico e ad alta specializzazione, mentre le patologie a bassa intensità di cura e caratterizzate da cronicità dovrebbero essere prevalentemente trattate fuori dell’ospedale. A sostegno del cambiamento strategico del ruolo dell’ospedale e del suo inserimento nella più ampia rete dei servizi sul territorio, anche alla luce dei cambiamenti demografici e socio-culturali che sono in corso ormai da qualche anno, potranno venire non soltanto i nuovi progressi scientifici e tecnologici ma anche l’innovazione dei processi di cura e la particolare attenzione all’umanizzazione dell’assistenza.

Tutto ciò porterà a modelli organizzativi profondamente diversi dagli attuali,- conclude il dr. Granata- molto più flessibili, con l’auspicabile maggiore investimento in tecnologie della comunicazione e dell’integrazione organizzativa, al fine di utilizzare in comune tecnologie ed esperienze all’interno di una rete organizzativa che supera i confini murari delle singole strutture che ne fanno parte.
In questo fondamentale è il ruolo dei professionisti ospedalieri, da soli e in equipes multi disciplinari e interprofessionali, che dovranno “imparare ad apprendere” dall’esperienza e sviluppare le capacità tecniche e organizzative per sapere lavorare non semplicemente accanto ma Insieme.
In definitiva immaginare, accanto alla nuova costruzione, anche un modo nuovo, più efficace e più vicino alla persona e all’ambiente, di intendere il servizio sanitario e la “presa in carico” globale del paziente.
Grazie!

Giuseppe Suffanti

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