Postato in data 7 Maggio 2018 Da In Fatti

CORRUZIONE NEGLI ISPETTORATI DEL LAVORO E CONTRASTO AL LAVORO NERO. ALZARE IL LIVELLO DI GUARDIA. A RAGUSA CARENZA NEGLI ORGANICI. CHIESTO UN INCONTRO ALLA REGIONE

Le ultime vicende sulla corruzione negli l’Ispettorati del lavoro di Catania, Foggia e Bari ci indicano ulteriori elementi sulla grave condizione del lavoro in Italia ed in particolare al Sud.

Corruzione che tanto nuoce ai lavoratori vittime di lavoro nero, irregolare e sfruttamento, ma nocivo anche per il sistema nel suo complesso a partire da quello previdenziale colpito dalla evasione contributiva. Ma non c’è, purtroppo, solo la corruzione, nel caso della Sicilia c’è una scelta politica che da diversi anni, con gli ultimi governi regionali, ha determinato la quasi totale destrutturazione degli Ispettorati del Lavoro nell’Isola, ormai al corto di risorse umane e strumentali.

Lo scorso 19 aprile 2018, presso l’Ispettorato del lavoro di Ragusa, su specifica richiesta della Cgil di Ragusa, si è tenuto l’incontro con il direttore ing. Giuseppe Lo Magno e gli ispettori, sul tema delle ispezioni in provincia, le conciliazioni monocratiche e il tema della contrattazione di secondo livello.

La richiesta di incontrare l’Ispettorato del Lavoro nasce dalla consapevolezza che il lavoro nero e irregolare continua ad essere una delle principali piaghe del mercato del lavoro siciliano.

I dati sul lavoro nero e irregolare, la condizione di sfruttamento sempre crescente in diversi  settori, il mancato rispetto delle normative relativamente alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro, determinano la condizione di lavoro povero spesso prevalente nell’isola.

Trovare le risorse per contrastare questa tendenza e modus operandi di buona parte dell’economia siciliana significa investire con positive ricadute sociali, immediate e future. Il lavoro regolare, oltre a costituire un elemento di redistribuzione della ricchezza e quindi motore di economie su vasta scala, contribuisce all’equilibrio dei sistemi previdenziali e in generale di welfare pubblico utile per il presente e per il  futuro delle nuove generazioni.

Dall’incontro con l’Ispettorato del Lavoro di Ragusa è emerso che:

  • presso l’ispettorato sono in forza – oltre al nucleo dei NIL dei Carabinieri – solo 4 ispettori dei 22 previsti in pianta organica;
  • sia gli ispettori che tutto il personale opera con evidenti carenze di mezzi e si forma, sulla materia del lavoro, a proprie spese;
  • l’assenza di una “cabina di regia” che coordini tutte le istituzioni preposte al controllo in materia di lavoro non massimizza le risorse per ottenere maggiori risultati alla lotta e al contrasto del lavoro nero;
  • sono necessari almeno quattro mesi, dalla denuncia del lavoratore, per dare avvio ad una conciliazione monocratica;

Inoltre, dai dati statistici forniti dall’Ufficio, nell’anno 2017 in provincia sono state condotte 279 ispezioni: 121 in aziende agricole; 54 nel settore commercio; 48 nei pubblici esercizi; 25 nel settore artigiano; 8 nell’industria; 2 in edilizia; 21 in altri settori.

Oltre il dato allarmante di soli 2 ispezioni nel settore edile, si evince che le ispezioni di iniziativa dell’ufficio sono quasi inesistenti e che la maggior parte di queste ispezioni sono generate dalle conciliazioni monocratiche a seguito di segnalazioni dei lavoratori.

Per tali ragioni, e per il fatto che questa Organizzazione Sindacale ritiene l’operato dell’Ispettorato del Lavoro fondamentale alla lotta al lavoro irregolare, privo di diritti e tutele,chiede un incontro all’Assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro.

 

Giuseppe Scifo

Segretario Generale CGIL- Ragusa

Etichette: ,

Relativo a