Postato in data 9 Maggio 2025 Da In Politica

EUROPA 2025, MA QUALE EUROPA? di Paolo Caruso

La ricorrenza del nove maggio ci ricorda, anche se nell’indifferenza di tanti, quel 9 maggio del 1950, data in cui sono state poste le basi dell’Unione europea con una straordinaria dichiarazione fondata su due principi essenziali: pace e solidarietà. I Paesi europei venivano dal periodo buio della seconda guerra mondiale e a cinque anni dalla sua fine, nel 1950, cercarono di risollevarsi dalle conseguenze distruttive e di riprendersi dalla devastazione umana ed economica causata dalla guerra. Un gruppo di politici europei, chiamati successivamente padri fondatori dell’Unione europea, che aveva vissuto la distruzione delle due guerre mondiali, condivide la visione di un’Europa unita e per impedire il ripetersi di simili terribili conflitti, giunse alla conclusione che la fusione delle produzioni di carbone e acciaio avrebbe impedito una guerra tra Francia e Germania, storicamente rivali. Così facendo si pensava, giustamente, che mettere in comune gli interessi economici avrebbe contribuito ad innalzare i livelli di vita dei popoli europei e quindi i governi di Francia, Germania occidentale, Italia, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo compiono un passo storico verso un’Europa unita.
Il 9 maggio 1950, il ministro degli Esteri francese Robert Schuman annuncia la creazione della Comunità europea del carbone e dell’acciaio, sotto il controllo di un’Alta Autorità comune.
Data l’importanza della dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950, questo giorno è stato designato “Giornata dell’Europa”. Il sogno del manifesto di Ventotene per certi aspetti vede finalmente la luce. A 75 anni da quell’evento che avrebbe accomunato i destini dei popoli europei, molta strada è ancora da percorrere per attuare una vera integrazione, infatti a prescindere dalla bandiera, dall’inno (inno alla gioia della nona sinfonia di Beethoven), e dalla moneta unica (l’euro), ancora sembra lontana. Una Europa che non sia solamente economica, ma una Europa dei popoli, una federazione di Stati, una vera Unione politica che ci faccia sentire appartenenti ad una “Casa Comune”, purtroppo è rimasta per gran parte nel cassetto dei sogni dei Padri fondatori. Dell’Europa dei popoli infatti rimane in piedi il sistema economico finanziario a cui i Paesi dell’Unione devono attenersi rigidamente. Sistema dettato dalle lobby e dalle contingenze. Oggi questa Europa in profonda crisi di identità è attraversata da venti di guerra che soffiano dai suoi confini orientali, e che tendono a spegnere la sua vocazione pacifista spingendola sempre più verso politiche belliciste. Nessuna capacità di avviare un serio negoziato di pace tra Ucraina e Russia, nessuna presa di posizione nel genocidio di Gaza, nessuna condanna a Netanyahu, ma un continuo voltarsi dall’altra parte della storia. Insomma una Europa ignavia! Gli sbandamenti verso estremismi pericolosi e il ritorno a nazionalismi che sembravano essere scomparsi rappresentano il male oscuro dell’Unione e ne minano la sua credibilità. La leader Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, con le sue politiche scellerate tendenti al riarmo dei Paesi dell’Unione, aggirando anche l’ostacolo del Parlamento, provoca sempre più instabilità all’interno delle 27 Nazioni Ue. Un interesse particolare che oltre a rinfocolare idee belliciste tende maggiormente ad armare la Germania e ricavarne notevoli proventi economici dalla produzione e vendita di armamenti “made in Germany”. Una emorragia economica di misura spropositata, 800 miliardi di euro in quattro anni, investirà i Paesi Ue provocando lacrime e sangue nella vita della gente. Sanità e scuola le prime vittime sacrificali di questo folle progetto di riarmo. Un welfare tendente sicuramente al peggio. Non è questa l’ Europa disegnata dai Padri fondatori, non è questa la culla della civiltà, dove ideali di pace, libertà e solidarietà hanno forgiato il pensiero illuminista del vecchio Continente. Allerta dunque! L’agonia dell’Europa è sotto gli occhi di tutti e c’è poco da festeggiare……..

Dott. Paolo Caruso

Relativo a