trasparenza

Postato in data 23 Aprile 2016 Da In Città

TRASPARENZA… COSA SEMPLICE E LOGICA

La chiamavano “glastnost” e ha cambiato la storia di uno Stato. La richiedevamo da adolescenti, proprio quando cominciavamo a sentirci grandi (spiegami almeno il perché!). E’ universalmente considerata segno di coerenza e di onestà, la riconoscono oggi tutte le costituzioni… si chiama “Trasparenza“.

Un termine noto a tutti, invocato da tutti, ma purtroppo ancora per qualcuno un po’ difficile da praticare. Se le cose non sono chiare, cosa si fa in nome della trasparenza? Si richiedono gli atti, si adducono le argomentazioni probanti, si nomina una commissione di esperti che accerti, appuri e riferisca “davanti al popolo” l’esito delle sue ricerche, così che tutti sappiano, capiscano, abbiano le idee più chiare.

Sembra una cosa semplice e logica. Certo, richiedere spiegazioni o scavare sulle questioni potrebbe risultare gesto indiscreto, mancanza di fiducia o magari tentativo di smascherare chissà che, ma chi ha le cosiddette “carte in regola” che motivo può avere per non rendere trasparenti i propri atti e le loro motivazioni? Se si parla poi di Pubblica Amministrazione, la legge è categorica: “L’attività amministrativa persegue i fini determinati dalla legge ed è retta da criteri di economicità, di efficacia, di pubblicità e di trasparenza, secondo le modalità previste dalla legge, nonché dai principi dello ordinamento comunitario” (art. 1 della legge 241/90, modificata e integrata dalla legge 15/ 2005).

Fra l’altro, la trasparenza crea consapevolezza e la consapevolezza è ingrediente necessario per la tanto auspicata “cittadinanza attiva” e per la collaborazione fra cittadino e Pubblica Amministrazione: il cittadino è più conscio di quanto si decide, sviluppa fiducia, è spinto ad avanzare proposte e si sente indotto anche a fare azione di controllo su quanto accade. Cose positive, no? Beh forse non sempre o non per tutti.

Il 24/11/2015, ad esempio, due consiglieri presentano al Consiglio Comunale di Ragusa una mozione (prot. 99255) perché venga istituita una Commissione di studio per indagare sui fondi provenienti dalle Royalties. Cosa sono le Royaltes? Sono, in parole povere, il guadagno che si trae dal fatto che qualcuno sfrutti una proprietà d’altri. Brevetto una mia invenzione? Royalties saranno i proventi che ricaverò quando altri l’avranno commercializzata etc. In un sottosuolo ci sono delle risorse? Royalties saranno i soldi che quel territorio trarrà dall’utilizzo di queste risorse.

Nel territorio ragusano, appunto, sono presenti grandi quantità di idrocarburi, il cui sfruttamento ha creato un ricavato per la nostra città, nel solo 2015, di ben “ventinove milioni seicento cinquantamila euro” ripeto “ventinove milioni seicento cinquantamila euro“. È una cifra non indifferente, che  come si legge nella richiesta dei due consiglieri  potrebbe costituire “un volano di sviluppo imprescindibile per la nostra città“.

I due consiglieri chiedono appunto l’istituzione di una Commissione che verifichi la legittimità dei soldi spesi, faccia da controllo della destinazione di spesa di una somma del genere e ne programmi e pianifichi un impiego opportuno. Una richiesta di trasparenza, insomma, niente di più.

Risultato? Il 22 febbraio scorso la richiesta viene votata: sono presenti 18 consiglieri, di cui 16 votanti perché‚ 2 astenuti; di questi, 3 votano a favore e 15 contro e dato che la votazione avviene per appello nominale, per restare in un clima di trasparenza (“desiderio” di trasparenza?) potremmo fare i nomi, ma non vogliamo personalizzare la questione. Il messaggio politico è ben più importante dei singoli nomi. Tutti i consiglieri sono accomunati da un stesso simbolo: Movimento 5 stelle.

Ma su questa partita, vale a dire quella della legittimità dell’uso dei fondi provenienti dalle royalties c’è una sfida ben più importante, visto che sarà scomodata la corte dei conti.

La legge regionale, infatti, afferma che i soldi devono derivanti dalle royalties, devono essere spesi per investimenti e non per spese correnti. Bene! L’assessore al bilancio,  ha invece comunicato, prima in conferenza stampa e dopo in consiglio comunale, che parte dei proventi sono invece stati usati per spese correnti. Un piccolo grande problema che verrà, come dicevamo, affrontato dalla corte dei conti. Per il resto, solo due parole…  no comment!

Agata Pisana

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