L’ondata di maltempo che ha colpito l’Italia centrale e il meridione , i danni, le vittime, la morsa di neve che ha bloccato in casa centinaia di persone in Abruzzo, le terrorizzanti scosse sismiche e, per finire, il terribile crollo dell’albergo di Rigopiano, a seguito di una enorme e devastante valanga, ci hanno tenuti tutti in fibrillazione, incollati davanti alla tv dove scorrevano le desolanti immagini accompagnate dalle altrettanti desolanti e agghiaccianti notizie, pronti a pregare e a commuoverci vedendo spuntare le teste di bambini frastornati emergenti da quel buco scavato nella neve, oscillando fra la speranza di assistere a un altro miracolo e l’ammirazione per quegli oscuri volontari eroi che continuavano e continuano a portare aiuto, in una corsa contro il tempo , alle tante persone in pericolo.
Nessuno è rimasto indifferente pensando a quante famiglie, composte anche da anziani e bambini, sono rimaste in trappola, senza poter uscire di casa, bloccate da gelide muraglie di neve e da strade sommerse, al freddo, al buio, senza cibo né medicine, e senza poter comunicare con nessuno e nella paura di essere abbandonate o dimenticate.
Un assaggio di questo maltempo lo abbiamo avuto in Sicilia, e anche a Ragusa il 18 gennaio con le strade completamente gelate e domenica 22 con una pioggia torrenziale che ha allagato campagne, provocato frane, fatto esondare torrenti, inondato case e strade in tutta la provincia, specie a Modica e a Scicli.
Adesso si fa la conta dei danni, ma non saranno paragonabili a quelli registrati in centro Italia, soprattutto a quelli verificatisi in quella piccola regione dello stivale, che si chiama Abruzzo, dove pare che la natura si sia particolarmente accanita.
Di fronte al terrore e a situazioni così estreme, tutte le nostre piccole preoccupazioni quotidiane diventano insignificanti e non possiamo non sentirci toccati e vicini a coloro che sono stati meno fortunati di noi.
Anche lo strombazzare dei politici, le beghe, le contrapposizioni, i chiacchiericci di strada e di corridoio, le ansie per i piccoli e grandi problemi di tutti i giorni, si attenuano nello sfondo di in sentimento collettivo di pena e di solidarietà dove gli uomini scoprono che hanno bisogno gli uni degli altri, che tutti potremmo da un momento all’altro veder sconvolgere le nostre vite, perdere ciò che abbiamo di prezioso e cadere nelle trappole che la natura ci tende inevitabilmente quando decide di scatenarsi e di mostrarci il suo volto peggiore.
Non resta che il silenzio e l’amarezza di fronte a questi drammi. A volte la pietà, il dolore, l’orrore, la rabbia e le polemiche dovrebbero lasciare spazio a riflessioni d’altro tipo per poter diventare migliori e più forti di fronte alle avversità.
Purtroppo, quando tutto passerà e questi disastrosi eventi raggiungeranno gli altri nel dimenticatoio umano, ritorneremo a essere gli uomini di sempre in balia del solito egoismo e della solita indifferenza.
Angela Di Salvo