asili nido

Postato in data 10 Aprile 2017 Da In Politica

GRAVE “VULNUS” AI SERVIZI EDUCATIVI A RAGUSA

Giovedì 6 aprile la notizia della chiusura del servizio di doposcuola e delle attività integrative agli alunni della scuola primaria  ha suscitato un’ondata di protesta da parte di famiglie, insegnanti ed esponenti dell’opposizione che si sono scagliati duramente contro la delibera municipale grillina con la quale è stato deciso di chiudere questa importante attività (avviata nel 1982)  a sostegno di famiglie appartenenti a fasce più deboli e svantaggiate.

L’amministrazione dal canto suo appare chiusa al dialogo senza aprire spiragli di alcun tipo, nonostante il forte rammarico e il marcato disappunto suscitato nell’opinione pubblica cittadina.

“E’ insopportabile assistere – dichiarano i consiglieri del PD Mario D’Asta e Mario Chiavola – a questa azione di smantellamento del welfare locale non giustificato da cogenti problemi economici, considerando che a Ragusa i tributi sono aumentati a dismisura e che non ci sono giustificazioni valide per poter pervenire a tale drastica decisione.

Abbiamo presentato un’interrogazione chiedendo una risposta scritta al Sindaco per ottenere chiarimenti in proposito. Questa ostinazione a erigere una barriera – continuano i consiglieri Dem – è assolutamente incomprensibile e la giunta municipale non può continuare a far finta di niente”.

A seguito del provvedimento, in seno al Consiglio ci sono stati diversi interventi sulla questione da parte dei consiglieri Nicita, Massari, Iacono, Migliore e Ialacqua.

c ialacquaParticolarmente duro è stato l’intervento di Carmelo Ialacqua che ha messo in evidenza il fatto che nella delibera non si riporti la motivazione del provvedimento, motivazione che sarebbe la mancanza di fondi.

“Tutto questo accade perché in questo settore sono stati fatti dei tagli nel bilancio e i soldi arrivati da Roma dirottati altrove – dichiara il consigliere- mentre nel corso degli anni non si è fatto nessun tipo di richiesta di accesso ai finanziamenti PON, come accadeva nella precedente amministrazione con il sindaco Nello Di Pasquale.

E’ innegabile che sia mancata una seria programmazione per questo genere di attività. Con questa scellerata scelta viene meno il compito istituzionale di assicurare il diritto allo studio che è costituzionalmente garantito e si penalizzano famiglie svantaggiate che hanno usufruito di un fondamentale servizio di mediazione culturale, sostegno, facilitazione, aiuto ai bambini iperattivi, tutte attività che adesso saranno azzerate con immaginabili danni a questa fascia bisognosa della comunità.

L’istruzione e la formazione non interessano affatto all’amministrazione perché le fasce deboli non hanno voce e contano meno di altri, ma noi non possiamo tollerare una politica di questo tipo”.

In buona sostanza i 16 docenti impegnati in questi servizi soppressi dovranno passare agli asili nido comunali Palazzello e Petro con il conseguente licenziamento degli educatori della Cooperativa che in questi anni ha assicurato l’assistenza ai bambini.

Inoltre questi docenti riconvertiti sono sprovvisti di competenze specifiche per questo tipo di attività, dato che si sono professionalizzati nel settore in cui hanno lavorato e devono ovviamente acquisire le competenze necessarie per la delicata assistenza a bambini molto piccoli, quali appunto quelli che frequentano gli asili nidi.

Pertanto in un solo colpo non solo è stato cancellato il servizio del doposcuola e delle attività integrative nella scuola elementare, ma si rischia di fornire un servizio  improvvisato e scarsamente efficiente agli asili, considerato il fatto che i docenti avranno un diverso inquadramento ed effettueranno un monte ore diverso rispetto a quello di prima, oltre al fatto che risultano privi di una formazione specifica.

Si tratta senza dubbio di una pagina oscura del nostro sistema educativo a Ragusa e si profilano proteste molto forti da parte di cinquanta famiglie e di numerosi insegnanti, mentre le opposizioni affilano le armi per indurre l’amministrazione a risolvere il problema dando ascolto ai bisogni dei cittadini e trovando le necessarie risorse che potrebbero essere sottratte ad altro, visto che l’educazione e l’istruzione dovrebbero essere diritti tutelati e insopprimibili e non messi in secondo piano o affrontati con tale inaccettabile superficialità.

Angela Di Salvo

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