Postato in data 24 Aprile 2024 Da In CULTURA

25 APRILE 2024 L’ANNO DI UNA NUOVA RESISTENZA di Paolo Caruso

Il 25 aprile ricorre la giornata celebrativa della festa di liberazione dal nazifascismo, un 25 aprile di 79 anni fa che ben rappresenta la storia di un popolo, e i valori di libertà a cui devono specchiarsi le giovani generazioni. A ridosso di questa data la kermesse politica si profila sempre più accesa in un momento in cui alcuni Paesi del Vecchio Continente tra cui l’Italia sono virati clamorosamente a destra, e la destra estrema si palesa spudoratamente con i tanti raduni di stampo nazifascista. E anche il partito della Premier Meloni, “Fratelli d’Italia”, nato dalle ceneri del fu Movimento Sociale di cui conserva simbolo e animo, stenta ancora oggi, 25 aprile 2024, a farsi riconoscere emblematico dell’antifascismo.

La polemica con lo scrittore Antonio Scurati che ha sollevato la contraddizione, e la querela della Meloni nei confronti del filologo e storico Luciano Canfora fanno discutere ma soprattutto destano non poche perplessità. Eppure la Costituzione italiana nell’antifascismo affonda le sue radici. Tale data simbolo coincise allora con l’inizio della ritirata delle truppe naziste e dei fascisti dalla repubblica di Salò, da Milano e Torino, e da vasti territori del settentrione d’Italia, con la ribellione delle popolazioni e l’intensificarsi delle lotte partigiane contro l’oppressore. Il tutto sfociò in una guerra civile sanguinosa, un momento veramente buio per l’Italia in cui si combatteva di porta in porta, si tramava nelle stesse famiglie, e si versava sangue fratricida tra componenti di diversa tendenza politica dello stesso nucleo familiare. E’ la festa più importante del Paese in cui si celebra la Resistenza alla barbarie nazifascista, la liberazione dalla dittatura e la ricostruzione di un Paese avviato verso un contesto di democrazia e libertà.

Questa ricorrenza deve farci riflettere quanto grandi e illuminati siano stati i politici di allora che, anche se appartenenti a orientamenti contrapposti, comunisti, cattolici, azionisti, repubblicani, anarchici, sacrificarono parte delle loro idee per il bene comune e per il ripristino delle più basilari regole di libertà. Si tratta di un passaggio di grande importanza per la storia d’Italia, uno hiatus tra il periodo buio della dittatura fascista e l’inizio di una nuova vita di libertà, un periodo di riscatto civile, di vera rinascita morale e economica. Oggi purtroppo questa ricorrenza celebrativa si presenta in un momento di forte contrapposizione politico ideologica in cui la destra di governo tenta di riscrivere la storia sul 25 aprile e cerca in ogni occasione di oltraggiare la Costituzione rendendola priva dei suoi connotati antifascisti.

Del resto il Presidente del Senato La Russa, che rappresenta la seconda carica dello Stato, non disprezzando affatto i saluti romani, e facendo ancora oggi bella mostra di cimeli fascisti, si integra perfettamente nel contesto politico attuale, dove ipocrisia, silenzi e mezze verità della Premier riaccendono la polemica fascismo antifascismo. In questo 25 aprile condizionato dalla grave sofferenza economica, dalle guerre, la parola da rilanciare da un capo all’altro del Paese è ” Resistere, Resistere, Resistere”. Resistere a questa destra, ai suoi valori culturali oscurantisti che vorrebbero riportare indietro le lancette della storia. Una giornata celebrativa che vede la sinistra logorata da una grave crisi di identità, poco convinta delle scelte politiche, poco incisiva sui temi attuali, in merito alla giustizia sociale, al salario minimo, al riscatto della dignità del lavoro, all’emergenza climatica, alla scelta pacifista. Non c’è alcun sussulto “rivoluzionario” che possa far palpitare il cuore degli Italiani se non un tiepido contrasto alla “democratura” meloniana. Le tante speranze di allora, l’impegno politico, gli ideali, la fiducia nei movimenti e nei partiti, rimangono solo una cartolina ingiallita dal tempo, una realtà offuscata dal deserto valoriale e dal silenzio assordante del qualunquismo, dove nel vuoto della politica trova sempre più spazio la lotta per il potere.

Dott. Paolo Caruso

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