migranti

Postato in data 24 Marzo 2016 Da In Società

UNA TRAGEDIA NELL’ORDINARIO

Tempo fa cominciai a leggere “Il mio infinito”, libro della grande scienziata di astrofisica e astrologia Margherita Hack, recentemente scomparsa. Ma dopo una ventina di pagine, ho rinunciato, poiché‚ avvertivo un grande senso di smarrimento davanti ad argomenti scientifici dai contorni e dalle dimensioni cosmiche. Ho provato quasi paura e sgomento leggendo come la nostra specie sia talmente minuscola ed insignificante di fronte all’immensità infinita e indefinibile dell’universo. Eppure, sulla nostra terra, sin dal suo primo apparire, sono sopravvenuti eventi e fenomeni tali, da farle assumere una “facies attiva” e dal cuore battente, per niente diversa da un soggetto, consapevole della propria esistenza.

Nel corso dei millenni, il nostro pianeta ha quindi vissuto realtà e vicende straordinarie, come esodi, guerre, apocalissi, catastrofi e cataclismi geologici. Non vi è stata alcuna razza o comunità del mondo conosciuto che non sia stata segnata duramente da questi fenomeni.

Dei nostri tempi è purtroppo il dramma delle ondate migratorie provenienti dall’Africa e da altre regioni povere e poco sviluppate. Intere popolazioni fuggono dalla guerra, dalla fame e dalla miseria e l’esodo di questi infelici ha assunto ormai proporzioni bibliche.

L’excursus migratorio è purtroppo sotto gli occhi di tutti. I media ci mostrano continuamente immagini di superstiti che guadagnano la riva stremati dalla fatica e, contestualmente, quelle raccapriccianti di chi non ce l’ha fatta e giace coperto da lenzuoli.

Il problema sta coinvolgendo pian piano tutta l’Europa e soprattutto l’Italia per la sua posizione geografica strategica e l’argomento è spesso e volentieri oggetto di dibattiti e polemiche stucchevoli tra correnti politiche contrapposte.

Ma in tutto questo, io spesso mi chiedo: Qual è la posizione e la reazione del cittadino? La prima risposta è che l’uomo comune prova pena per le drammatiche vicende degli immigrati, tuttavia, egli assume subito una posizione contenuta e critica verso i tentativi di integrazione dello straniero, temendo che molti problemi interni ,come l’occupazione, l’ordine pubblico, la sanità, etc. possano aggravarsi.

Io, che non sono né‚ eroe, né‚ campione di empatia, ritengo però che la solidarietà e l’altruismo nei confronti degli extra comunitari meritevoli, siano invece un principio umanitario imprescindibile. La buona accoglienza non può infatti limitarsi ai soli aiuti economici e via! Dobbiamo offrire anche il giusto conforto morale. Mostrare sentimenti verso questi disperati, perché‚ anch’essi hanno cuore e sentimenti; il sole e la luna sorgono anche per loro! E alla fine, consentitemi una metafora, “qualcuno” osservando da un punto remoto anni luce il nostro comportamento, sono certo si compiacerà notando in questo granello sperduto che è la nostra terra, minuscoli esseri viventi, che come piccole formiche che trasportano spighe nei loro granai… riempiono di sentimenti il proprio cuore!

Fausto Nicolini

Etichette:

Relativo a