Una Europa sbiadita a stelle e strisce asservita all’alleato americano che però inizia a virare verso il nero rende ancora più fosco il domani dei popoli e sempre più cruento il destino della guerra in Ucraina e in Palestina.
Stanotte la Turingia si è colorata di profondo nero. A novant’anni dall’ascesa del Nazismo di Hitler, ieri la ultra-destra tedesca per un terzo della popolazione (33% su due milioni di abitanti) ha riacceso l’orgoglio neo-nazista.
Le cause vanno cercate nei rigurgiti nazionalisti diffusi un po’ in tutta Europa che soffiano minacciosi sul vecchio continente pronti a disgregare la già fragile unità europea e che in casa nostra sono salutati favorevolmente dal “Cazzaro verde e dai suoi peones. Una Europa bellicista preoccupata dalle sorti delle lobby finanziarie, dalle banche e da interessi che tendono a tutelare e difendere i privilegi acquisiti.
L’unione europea, nella intenzione dei Padri fondatori, voleva essere la risposta corale all’orrore delle guerre e al beneficio dei popoli, stremati dai sei anni di mire egemoniche e bellicose di Hitler e, successivamente, alla “Guerra fredda” con lo Stalinismo, che affamerà, per decenni, intere popolazioni, quelli della Turingia comprese. Aveva quest’ultima infatti conosciuto il benessere solo dopo la “riunificazione delle due Germanie”. Gli elettori tedeschi oggi hanno dimostrato, con la loro scelta, di non conoscere la storia, seppure recente, o forse diabolicamente nostalgici.
“Historia, magistra vitae”. Lo disse Giambattista Vico, fondatore della Storiografia moderna nel XVIII secolo, ma aggiunse con amarezza, e noi con lui: “Peccato che non ha alunni!”. A distanza di ottantacinque anni, che ricorrono da quel 1 settembre 1939, quando Hitler e i tedeschi invasero la Polonia dando avvio alla Seconda grande Guerra che produsse oltre cinquanta milioni di morti, Europa ora svegliati, e allerta!
Dott. Paolo Caruso