formaggio

Postato in data 24 Maggio 2017 Da In Al servizio del cittadino

OCCHIO ALL’ETICHETTA

Conosciamo la provenienza del latte o del formaggio che mettiamo sulla nostra tavola?

L’U.DI.CON. affronta questa tematica alla luce della nuova normativa sull’indicazione in etichetta della materia prima utilizzata per la produzione del latte vaccino, ovicaprino, bufalino e di altra origine animale, e dei prodotti lattiero-caseari, introdotta dal decreto ministeriale del 09/12/2016 ed entrata in vigore il 19/04/2017.

Si tratta di un decreto emanato in conseguenza del Regolamento (UE) n. 1169/2011, relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, per difendere il Made in Italy dei prodotti lattiero-caseari.

L’iniziativa, portata avanti anche dalla Francia, mira da un lato alla tutela dei consumatori che chiedono di essere informati, dall’altro vuole tutelare gli interessi economici dell’intera filiera lattiero-casearia, dal momento che il nostro paese, insieme a Francia e Germania, è tra i primi produttori agricoli europei.

L’obbligo di indicare l’origine in etichetta certifica l’identità di oltre 400 diversi tipi di formaggi tradizionali censiti a livello regionale territoriale, realizzati secondo regole tramandate da generazioni.

Per orientarsi nella scelta per l’acquisto dei prodotti lattiero-caseari, oggi è possibile trovare sulle etichette delle confezioni l’indicazione di:

Paese di mungitura: nome del paese nel quale è stato munto il latte;

Paese di condizionamento: nome della nazione nella quale il latte è stato condizionato;

Paese di trasformazione: nome della nazione nella quale il latte è stato trasformato.

Qualora il latte sia stato munto, condizionato e trasformato nello stesso Paese, in etichetta troveremo un’unica indicazione:

Origine del latte: nome del paese.

Se invece tali operazioni vengono eseguite  in più paesi appartenenti all’Unione Europea, troveremo l’indicazione seguente:

Miscela di latte di Paesi UE (riferito alla mungitura);

Latte condizionato in Paesi UE (riferito al condizionamento),

Latte trasformato in Paesi UE (riferito alla trasformazione).

Se le operazioni avvengono al di fuori dell’Unione europea, si indicherà ‘Paesi non UE’

È altresì previsto che le norme sull’origine della materia prima non si applichino ai prodotti legittimamente fabbricati o commercializzati in altri Stati membri dell’UE o in Paesi extra UE: poiché, ad esempio, in Germania e in Austria non vige un obbligo di etichettatura come quello disposto in Italia, il latte e gli alimenti lattiero-caseari prodotti e/o commercializzati in questi Paesi possono essere anche immessi sul mercato italiano, senza l’indicazione del Paese di mungitura né del Paese di condizionamento o trasformazione.

Rimangono esclusi dall’ambito di applicazione di tale decreto i prodotti DOP e IGP, i prodotti biologici, e il latte fresco già tracciato.

Probabilmente tutto ciò non è ancora sufficiente per salvaguardarci dalla contraffazione dei prodotti Made in Italy, ma conoscere l’origine dei prodotti che acquistiamo ci rende più consapevoli, motivo per cui è importante anche sapere leggere bene le etichette dei prodotti, non solo per il nostro benessere, ma anche per tutelare il patrimonio e l’economia italiane.

Per chiarimenti ulteriori scriveteci a ragusa@udicon.org

Avv.Carmela Nobile
Responsabile Zonale
U.DI.CON

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