Postato in data 28 Maggio 2025 Da In Al servizio del cittadino

L’EMATOLOGIA E LA TALASSEMIA DELL’OSPEDALE “GIOVANNI PAOLO II” DI RAGUSA NELLA RETE REGIONALE DELLE MALATTIE RARE

L’ASP di Ragusa comunica con soddisfazione l’inserimento delle Unità
Operative Semplici Dipartimentali di Ematologia, diretta dal dottor Sergio
Cabibbo, e di Talassemia, guidata dal dottor Vincenzo Spadola, tra i Centri
di Riferimento Regionali per la diagnosi e la cura delle malattie rare. Il
riconoscimento, formalizzato con il Decreto Assessoriale n. 565 del 2025,
rappresenta un importante attestato di fiducia per la qualità dell’assistenza
offerta dall’ospedale “Giovanni Paolo II” nel campo delle patologie
ematologiche.
Nel dettaglio, il centro di Ematologia è stato accreditato per la gestione di
alcune gravi malattie rare che colpiscono il midollo osseo e compromettono
la produzione delle cellule del sangue. La struttura di Talassemia, invece, è
stata individuata come riferimento regionale per la presa in carico delle
emoglobinopatie, tra cui rientrano le forme più diffuse di talassemia e altre
patologie ereditarie del sangue.
Grazie a questo accreditamento, i due centri potranno offrire sul territorio
percorsi diagnostico-terapeutici completi, con accesso a indagini
specialistiche, trattamenti personalizzati e farmaci dedicati. Sarà inoltre
possibile ottenere l’esenzione per patologia, non altrimenti disponibili se
non attraverso i centri universitari. I due centri dell’ASP di Ragusa
contribuiranno inoltre all’implementazione del Registro Regionale delle
Malattie Rare, rafforzando così il sistema di monitoraggio e
programmazione sanitaria a livello regionale.
“Si tratta di un riconoscimento importante – dichiara il direttore generale
dell’ASP di Ragusa, Giuseppe Drago – che premia l’eccellenza clinica e
organizzativa dei nostri professionisti e consolida il ruolo dell’ospedale
Giovanni Paolo II come punto di riferimento per l’ematologia e la gestione
delle malattie rare. Un traguardo che rafforza la nostra rete assistenziale e
migliora concretamente la qualità di vita dei pazienti”.

REDAZIONE

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