E si amici miei! Ai nostri giorni anche il dramma si trasforma in spettacolo. Basta guardare la televisione per rendersi conto come i palinsesti, cioè i programmi televisivi, siano pieni di approfondimenti e dibattiti, legati a fatti di cronaca dolorosa che, si è scoperto affascinano il telespettatore. Assistiamo infatti ad un vero proprio recital delle disgrazie degli altri e, non ci rendiamo conto che diventiamo, parte dello spettacolo. Mi riferisco, in particolare, al proliferare di salotti e teatri nei quali, opinionisti, esperti e venditori di fumo, dispensano sapere e critiche, sui temi creati dalle televisioni, i quali hanno necessità di riempire i loro palinsesti a cui sono legati spazi pubblicitari e quant’altro.
Mi rendo conto che la notizia, va data, poi commentata e seguita nelle fasi più interessanti. Ma cribbio!! Essa non va spettacolarizzata! Si assiste ormai ad una sorta di contrasto perverso, tra il dramma di personaggi vittime di odiosi eventi, e la creazione di dirette televisive, con commenti, indagini e opinioni, basati su “si dice” , “ci è giunta notizia” o “dalle nostre informazioni”, magari realizzando la scena del crimine con tanto di tempistica, cronistoria dei personaggi, e tante ipotesi. Sulle disgrazie altrui, vedi caso Loris di Santa Croce Camerina e altri in Italia, si costruiscono spettacoli di ore, con tanto di spot pubblicitari e intermezzi musicali. Un’altra forma di spettacolo del dramma è stato quello di alcuni giorni fa in occasione del recupero della propria casa su iniziativa “lodevole” del gruppo 5 stelle regionale nei confronti della famiglia Guarascio. Personalmente non posso che criticare la risonanza mediatica che è stata data all’evento, strumentalizzando un fatto gioioso ma doloroso nello stesso tempo come la morte di una persona, organizzando quasi uno evento giornalistico, per la presenza dello stato maggiore pentastellato, per enfatizzare quello che doveva rimanere nei cuori di chi aveva fatto una nobilissima azione. Quanti personaggi a Ragusa e nel mondo compiono atti di carità senza che nessuno lo sappia? Quanti sono i donatori di sangue (Avis) che ogni giorno compiono atti di solidarietà per il piacere e il dovere di aiutare il prossimo? Quanti atti di solidarietà nella nostra città e nella nostra provincia vengono realizzati, senza nessun clamore mediatico? La carità o il bene, si fanno in silenzio, altrimenti sono un’altra cosa. Pongo questo pensiero alla riflessione dei nostri lettori, i quali sapranno giudicare al di là di ogni tentativo, di personaggi politici, di fagocitare la sana società iblea.
Ma quanto vale in Italia la propria intimità? Fino a che punto i drammi personali debbono subire la violenza dell’eco mediatico! Altra spettacolarizzazione del dramma è assistere ai lunghi dibattiti politici, in cui i personaggi di turno sfoggiano, l’arte oratoria di cui sono capaci, al fine di risolvere i problemi della società. Ma il vero dramma non è lo spettacolo che vediamo, ma il reiterato pronunciamento di promesse che cadono nel nulla. Quante volte ci siamo ritrovati ad affidare le nostre speranze a politici vicini a noi per le loro idee? Ma che poi li abbiamo ritrovati in posizioni completamente diverse, se non opposte. Ecco quindi le sceneggiate televisive con avversari politici, dalla facile ironia, con le accuse reciproche, con le finte divergenze, tutti i mali imputabili sempre agli altri, ecc. mentre la realtà ci dà, che solo in Sicilia, si sono persi nel 2015 duecentomila posti di lavoro (Fonte Gazzettino di Sicilia del 9/marzo/2015), che le nostre imprese muoiono asfissiate dalla burocrazia, che le fragili condizioni economiche non ci permettono di risorgere, che i nostri migliori giovani emigrano verso altri paesi in cerca di lavoro, che l’incertezza lavorativa ci impedisce di programmare il futuro, che la triste piaga della corruzione dilaga in ogni dove, ecc.
La stessa fonte però (G.d.S.) faceva rilevare, che le ultimissime proiezioni indicavano un impercettibile miglioramento della occupazione in Sicilia. Cioè, siamo a più zero! Allora possiamo brindare alla ritrovata serenità? Il peggio è passato. No signori! La frustrazione dei giovani, dei disoccupati, si avverte ogni momento, ogni giorno, tutto l’anno; costretti a farsi mantenere dalla famiglia, se ce l’hanno. Oppure cadono nel vortice del lavoro nero, o peggio! E intanto, il becero spettacolo televisivo continua. Che tristezza!