Analizzando il percorso della campagna elettorale che lo aveva portato all’importante appuntamento del Referendum del 4 dicembre, non si può nascondere che più di qualche errore sia stato commesso.
L’entusiasmo, la vitalità e la determinazione della sua azione politica, sicuramente non sono state accettate da una parte del suo partito ma anche da una buona parte del popolo italiano che non lo hanno seguito nei suoi ambiziosi obbiettivi di riforma.
Probabilmente se avesse spezzettato le domande di modifica degli articoli della nostra Costituzione, non avrebbe subito il “grande no” del sessanta percento degli italiani, anche se onestamente si deve riconoscere che qualcosa di positivo si poteva ottenere nella modifica di alcuni articoli.
Le cose non sono andate per il verso giusto e un’ora dopo, dopo avere preso atto del risultato delle urne, riconosciuto di avere sottovalutato il pensiero degli italiani, si è dimesso.
Oggi la crisi si è risolta con l’incarico del Presidente della Repubblica all’On. Gentiloni, che sciogliendo la riserva, ha formato il nuovo governo, a mio avviso più forte e capace.
Al presidente Sergio Mattarella, silenzioso e deciso, va il merito di avere risolto in tempi brevissimi la crisi di governo, dando agli italiani una rappresentanza e uno strumento politico efficace per ripartire.
A qualcuno è sembrato quasi una presa in giro la rapidità con la quale si è formato il nuovo esecutivo, mantenendo più o meno le stesse figure politiche del precedente.
Ma è proprio questa prontezza di persone responsabili che ci ha dato la possibilità di ripartire. Ve lo immaginate quanto tempo avremmo perso con nuovi ministri e nuovi programmi? L’Italia ha bisogno di essere in prima linea nei momenti importanti, specialmente in campo europeo.
Il nuovo governo, etichettato di transizione, tra le tante cose a cui è chiamato, ci porterà ad una nuova legge elettorale con la quale i cittadini italiani potranno scegliere, in piena libertà, i loro rappresentanti.
Andare subito al voto, come preteso da alcuni partiti politici, non sarebbe stato né efficace né opportuno. Ma se la destra politica mugugna e morde la corda, quali scenari si aprono per la sinistra italiana?
Giuseppe Suffanti