docce a marina di ragusa

Postato in data 24 Giugno 2016 Da In Ambiente, Luoghi, Politica

#lacquanonsiabusa

Solstizio di estate e luna piena, quest`anno abbiamo vissuto questo regalo; una coincidenza che si verificherà solo nel 2062 dicono gli esperti.

Provo ad immaginare se per quella data i problemi di Marina saranno stati risolti.

Con la stagione estiva Marina di Ragusa diventa un cantiere di api operose: aree verdi sul lungomare A. Doria, rifacimento pista ciclabile, spiagge pulite tutti i giorni o quasi e dotate di contenitori per rifiuti, bagni pubblici accessibili.

E con la stagione estiva noi “mazzariddari” ci prepariamo a vivere i nostri due mesi di passione estiva, ché la passione invernale è cosa diversa, caratterizzata dall`oblio e dalla latitanza delle amministrazioni che negli anni si sono succedute.

Così siamo già preparati alle interruzioni di energia elettrica, alle strade al buio, alla intermittenza dei segnali tv e wi-fi, alla sistematica riduzione nella fornitura dell`acqua.

Quest`ultima situazione è cosa antica e comunque non riguarda solo Marina visto che qualche settimana fa anche interi quartieri di Ragusa hanno sofferto la sete.

L`acqua è un  bene “finito”, è un bene prezioso, è un bene indispensabile per la vita….è un bene molto caro nel senso che costa molto.

Recentemente le nuove bollette per il pagamento della fornitura idrica hanno fatto registrare aumenti stratosferici e la nostra Amministrazione ci ha spiegato con dovizia di particolari i motivi e le ragioni di questa lievitazione di costi; la sintesi che mi sento di poter fare dalla lunga lettera allegata ai bollettini è: chi consuma paga.

Affermazione condivisibile in linea teorica, perché la domanda immediatamente successiva è: chi paga il fiume di acqua erogata GRATUITAMENTE dalle decine di docce disseminate lungo il nostro litorale? Sarebbe interessante conoscere i dati relativi al quantità di acqua erogata, al costo ed alle risorse impiegate per sostenerlo; di una cosa possiamo essere certi: in un modo o nell`altro siamo noi cittadine e cittadini a pagarla.

E questo a mio modo di vedere è una forma di ingiustizia sociale che lede appunto quel principio teorico in cui mi riconosco: chi consuma paga.

Lo spreco, l`abuso che si fà dell`acqua pubblica e gratuita sulle spiagge è inaccettabile e risulta ancora più intollerabile se poi il resto della popolazione deve subire servizi precari e costi esorbitanti.

È giunto il momento di affrontare questa questione in maniera responsabile ed intelligente. L`acqua erogata dalle docce sulle spiagge deve essere pagata. Ecco l`ho detto.

Mi rendo conto che l`Amministrazione che decidesse per questa misura rischierebbe di diventare impopolare, ma appunto per questo mi permetto di utilizzare queste righe per fare un appello a tutti anche alle opposizioni.

Il consumo e l`uso responsabile del bene prezioso Acqua non è prerogativa degli schieramenti politici è un DOVERE di tutti, non è solo decisione dell`Amministrazione in carica ma diviene Cosa Comune e quindi bene collettivo da tutelare.

È improcrastinabile una azione di sensibilizzazione della cittadinanza tutta a cominciare dalle scuole e dalle associazioni della società civile, il coinvolgimento massiccio e impegnato delle fonti di informazione, una campagna pubblicitaria pressante per costruire la cultura del consumo responsabile; è assolutamente necessaria una scelta coraggiosa da parte di questa Amministrazione e una assunzione di condivisione da parte delle opposizioni in nome e a tutela del bene comune.

Far pagare, ad esempio, 100 docce al costo di un euro, importo veramente risibile, ci permetterebbe di ottenere due effetti entrambi positivi: diminuire il consumo (una cosa che si paga, anche se poco, ha un valore e si consuma più responsabilmente) e spalmare sul fruitore finale il costo del servizio.

Come? Tramite una App che consenta di acquistare il servizio tramite cellulare e rilasci un codice personalizzato da digitare sulle docce dotate di pulsantiera….siamo a non siamo una SMART CITY?

Cecilia Tumino

Etichette:

Relativo a