licenza poetica Dio

Postato in data 5 Luglio 2016 Da In Poesia

LA LICENZA POETICA DI DIO

Stanotte, nel cuore della notte, mi sono svegliata. Nessun cuore in gola, nessun respiro affannato. Semplicemente, occhi chiusi un attimo prima, occhi aperti l’attimo dopo. Ma c’era una frase incisa tra i miei pensieri, inspiegabilmente, irrimediabilmente. La sento ancora risuonare, eco di una sottile verità.Dio è l’artista più geniale di tutti i tempi.

Dio, infatti, ha creato la natura, musica che contiene tutte le musiche. Ha realizzato la volta celeste, dipinto meraviglioso. Ha dato vita all’uomo, poesia infinita. E fin qui sarebbe solo un artista, certamente il migliore, ma niente di più. Poi però ha fatto un’ultima cosa: ha riempito l’Universo di imperfezione. Questo lo ha reso il più geniale.

Perché per quanto questa affermazione possa sembrare assurda, è proprio nelle imperfezioni che si nasconde la bellezza. Perché straordinaria imperfezione ha reso l’Universo straordinario. Perché ogni cosa, a questo mondo, ha una crepa, ma è proprio da lì che si sprigiona la luce.

Dalla pioggia ha origine l’arcobaleno. Dalle sconfitte scaturiscono i trionfi. Stupidamente trascorriamo la nostra esistenza tendendo alla perfezione, perduti nel drammatico terrore di commettere sbagli. Ma come potremmo non sbagliare? La vita è un impasto di emozione e sbagli. Si sbaglia sempre, per sofferenza, per amore, per inesperienza. Si sbaglia per non ricommettere certi errori. Si sbaglia perché, semplicemente, non si è perfetti.

Tutto è imperfetto al mondo. Neanche le cose più belle sono perfette: esisterà sempre un tramonto più incantevole, una gioia più intensa, un amore più puro.

Ma le imperfezioni non sono un limite, un danno, e neppure un errore. Non sarebbe forse sciocco correggere le sbavature in un dipinto di Picasso, o gli errori grammaticali in una poesia di Leopardi? Le imperfezioni, tutte le imperfezioni, sono la licenza poetica di Dio. Ed io ne sono innamorata, incantata, stregata…

E perciò sarò anche un po’ matta, ma non posso fare a meno di pensare…

Viva i problemi, e la forza di chi li affronta.

Viva gli errori, perché il meglio nasce da lì.

Viva la paura, perché del coraggio è madre.

Probabilmente Einstein direbbe persino viva la crisi, perché «è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che sorgono l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato».

E saranno forse i miei diciassette anni a farmi nascere nello stomaco questa forza impetuosa e dolcissima, questo coraggio energico e luminoso, questo desiderio incredibilmente forte di urlare con quanto fiato ho in gola: viva questo mondo, viva gli occhi di chi lo guarda, viva la vita.

Madre Teresa di Calcutta scrisse: «La vita è una sfida, affrontala». Nel mio viso si accavallano sospiri e sorrisi, mentre penso: non desidero altro.

Per anni ho sognato di andare nell’Isola che non c’è. Eppure, ad essere sincera, oggi questo desiderio non mi appartiene più. Non fraintendetemi, sono certa che è un posto splendido, dal momento che «non c’è mai la guerra[…]/niente ladri e gendarmi[…]/niente odio e violenza/né soldati né armi». Un posto splendido, ma troppo perfetto. Mi sembra quasi che ci sia tanto spazio per essere felici, ma troppo poco per vivere.

E allora voglio restare qui, continuare a scrivere e descrivere, tentare di incidere con le parole gli occhi vitrei di chi guarda senza vedere. Voglio continuare a cercare un tramonto un po’ più incantevole, una gioia un po’ più intensa e un amore un po’ più puro. Trovare la forza di “superare la crisi per superare me stessa senza essere superata”. Impastare ancora, sempre più emozioni e sbagli.  Ma soprattutto, voglio restare qui per continuare a urlare, con quanto fiato ho in gola: viva questo mondo, viva gli occhi di chi lo guarda, viva la vita.

Perché la perfezione, se esiste, è qui. Ed è piena di difetti bellissimi.

Silvia Occhipinti

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