Come al solito e oggi più del solito il tema della gestione sanitaria pubblica particolarmente in Sicilia è costellato da interessi e da intrecci politici che ostacolano pesantemente la governance della salute pubblica. Una salute pubblica che pare non interessare a nessuno dei politici se non agli addetti e ai cittadini utenti. Infatti dietro le nomine dei manager della sanità c’è molta politica e pochissimo di sanità. C’è una rete di potere che imbriglia le scelte meritocratiche gestionali e che periodicamente va aggiornata e ricostruita secondo i nuovi Padroni del Palazzo. Oggi la nomina dei nuovi direttori amministrativi e sanitari che vanno ad affiancare i direttori delle ASP è una scelta esterna a questi, anche se si vuole fare credere il contrario.
Ne è la prova che in Sicilia a tessere la tela delle nomine è stato il Presidente della regione Renato Schifani coadiuvato dall’ Assessore alla Salute Giovanna Volo, un paravento che gli ha consentito di gestire dietro le quinte il mercato delle nomine. Dopo avere lottizzato in questi due anni di governo tutto
ciò che era lottizzabile compresa la gestione della Sanità e la nomina dei suoi vertici, ora con inqualificabile sfrontatezza e spudorata menzogna vuol far credere ai Siciliani che lui non è il regista occulto di tali scelte. Riferisce anzi agli organi di Stampa testuali parole “Ho visto un balletto inqualificabile”.
Dopo la pagliacciata dello spettacolo di Natale del 31 agosto ad Agrigento, che lo ha visto protagonista, il Presidente Schifani continua ad essere il regista e compositore di un balletto inqualificabile, l’opera lottizzante della sanità siciliana. Una scelta come al solito condizionata da logiche esclusivamente di potere e di appartenenza e mai di trasparenza. E’ così che i nominati diventano pedine nelle mani del politico di riferimento e piuttosto che occuparsi di salute rivolgono la propria attenzione all’incremento del consenso. Infatti spesa, concorsi, assunzioni, carriere in definitiva creano consenso aumentando il clientelismo che rappresenta linfa vitale per la politica.
Un quadro allarmante del modo di gestire la sanità pubblica che da oltre trent’anni viene considerata un bottino di guerra, una ghiotta occasione per sviluppare vantaggi economici e rendite personali. Ora alla fine dello spettacolo, “i ballerini” rimasti solo spettatori accusano il regista di averli lasciati fuori. Uomini dell’opposizione e non solo rimasti “in panchina”, nelle comode poltrone del Palazzo, assistono con rabbia ad uno spettacolo già visto e consolidato nel tempo. Mentre il regista Schifani, con la spocchia che lo contraddistingue, continua a negare l’evidenza, la sua opera lottizzante nella governance della sanità pubblica e non solo va avanti.
Difronte allo sfascio della Sanità siciliana le bugie del Presidente non lasciano ben sperare e il servizio di assistenza sanitaria di qualità e uguale per tutti i cittadini resterà solo un miraggio. E’ proprio vero che nella terra del Gattopardo tutto cambia per non cambiare niente, e il sistema continua così ad autoalimentarsi.
Dott. Paolo Caruso