Postato in data 21 Agosto 2023 Da In Società

GLI ALGORITMI DI UNA ESTATE ITALIANA di Paolo Caruso

Lo scandalo degli algoritmi nella vita quotidiana degli italiani, attuale più che mai, in questa estate dai mille risvolti legati al caro carburante, al caro voli, al caro vacanze (alberghi, ristoranti, bar, stabilimenti balneari, ecc.) e al rincaro dei prezzi della spesa alimentare e non, dà il segno della gravità di quanto la politica economica di questa destra di governo sia deficitaria e tendente agli interessi delle lobby imprenditoriali.

Il costo esoso poi dei biglietti aerei per i collegamenti tra la Sicilia e il continente rappresenta una vergogna che si protrae da tempo immemorabile e una limitazione agli spostamenti dei cittadini siciliani e non solo. È proprio di questi giorni la notizia del decreto legge che mette sotto tiro l’algoritmo, quel sistema di calcolo perverso che fa sì che il prezzo di un volo aumenti ogni volta che lo stesso utente ne consulti la disponibilità e il prezzo, o in coincidenza di festività, delle ferie estive, dei fine settimana, in occasione di eventi (concorsi, fiere, spettacoli, ecc.), o di calamità come di recente in Emilia Romagna.

Una pratica commerciale ritenuta scorretta quella dell’utilizzo di procedure automatizzate per determinare le tariffe dei biglietti aerei basate, su attività di profilazione web degli utenti o sul tipo di dispositivo elettronico utilizzato per le prenotazioni che con il decreto del governo contrastato aspramente dalle compagnie aeree low cost con in primis Ryanair dovrebbe impedire questa ulteriore speculazione.

Però come accaduto altre volte questo atto da parte del governo sembra più di facciata che effettivamente concreto e reale nel volere condizionare il borsino prezzi della compagnia aerea privata non essendo riuscito neppure a incidere sui costi della compagnia a partecipazione pubblica ITA e lasciando così la Sicilia a prevalente vocazione turistica in balia dei costi proibitivi delle diverse compagnie aeree. A tal riguardo i due maggiori aeroporti dell’isola, Palermo e Catania, seppure potenziati fino adesso per numero di voli, ma sotto ricatto costante delle compagnie aeree low cost, risentono del notevole incremento dei prezzi praticati con un aggravio considerevole in termini economici per i viaggiatori da e per l’isola (emigrati, turisti, studenti, ecc..).

La Sicilia subisce così un ulteriore danno per la sua crescita socioeconomica e paga lo scotto della sua marginalità geografica anche in termini politici per la mancanza di collegamenti veloci, (alta velocità ferroviaria, strade e autostrade ecc..), una piaga sempre aperta, incancrenitasi nel corso degli anni. Ai viaggiatori siciliani, penalizzati dal caro voli rispetto al resto d’Italia, vengono chiesti ulteriori sacrifici da una politica dei trasporti fallimentare, aggravati dagli algoritmi del caro carburante nei periodi di maggiore richiesta e non calmierati nell’isola neppure per la presenza di numerose raffinerie petrolifere e rischio danno ambientale.

Questa è la vergogna di una classe politica inetta che negli anni ha tralasciato i veri interessi dei siciliani, trascurando l’ammodernamento della viabilità stradale e ferroviaria, privando della necessaria attenzione il trasporto aereo con le sue ricadute economiche. Oggi che più decisa e pressante si è fatta la protesta dei siciliani dinanzi all’incremento delle tariffe aeree ecco riaccendersi i riflettori sul caro voli tra la Sicilia e le diverse aree geografiche del Paese, e il riaffacciarsi delle vecchie esternazioni dei politici che ipocritamente con vaghe e spesso vane promesse cercano di riprendersi la scena.

Dott. Paolo Caruso

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