Postato in data 28 Gennaio 2021 Da In Politica

CHI VUOLE FAR FUORI CONTE di Paolo Caruso

In un Paese in ginocchio per la pandemia e per la devastante realtà socio economica, non era sicuramente  auspicabile ne prevedibile una crisi politico istituzionale e la caduta del governo Conte. La vecchia politica torna a riaffacciarsi nel peggiore dei modi, in un momento in cui l’Italia affronta le sue tragicità e torna ad assaporare la speranza con gli aiuti europei di costruire un Paese migliore.

Ci si chiede e ce lo chiede anche l’Europa quale sia la causa che abbia portato l’Innominabile “Bomba” di Rignano a pugnalare il premier Conte determinando così la caduta del governo. Una Europa in cui ancora non si erano del tutto sopite le ritrosie al Recovery fund dei cosiddetti paesi frugali e in cui ricominciano a serpeggiare nuovi malumori e a riaffiorare la considerazione dell’Italia  nel suo stereotipo di paese inaffidabile.

Questa spallata al governo Conte, un premier che ha rialzato in poco tempo il prestigio e l’immagine dell’Italia a livello internazionale, conseguendo una quota molto alta del Recovery fund, e la mancanza di un interlocutore europeista privilegiato e di alto profilo morale, viene seguita dalle cancellerie europee con molta attenzione e nello stesso tempo con altrettanto sgomento.

Purtroppo la politica italiana ormai da tempo remoto persegue non più il bene comune ma gli interessi di bottega, con faccendieri e speculatori sempre pronti a rinverdire gli appetiti  mai sopiti e che vengono ora a riproporsi stimolati dall’arrivo dei fondi europei. E’ proprio su questo piatto che il vecchio sistema, al di là dei recinti dei partiti, prova ad abbattere definitivamente il presidente Conte, coadiuvato in questo anche dal chiacchericcio e dalle menzogne dei media.

Così come in ogni film giallo che si rispetti, il” Conte” viene fatto fuori sempre dal suo “maggiordomo”; “l’Innominabile” maggiordomo, infido servitore della politica italiana, ha colpito a morte il Conte bis, agendo in maniera subdola per conto dei poteri forti, della massoneria, delle lobby finanziarie, e del gruppo Bilderberg. Compiuto il delitto istituzionale il “Bomba” va via dal Paese e vola a Riad negli Emirati Arabi per presiedere, con un gettone da cinquantamila euro, quale membro del comitato consultivo della FII Institute, organismo della famiglia reale, una conferenza che si occupa di intelligenza artificiale, robotica, e cybersicurezza. Così dopo avere sfasciato tutto il lobbista per eccellenza è pronto a seguire i propri interessi , tralasciando quelli legati al suo mandato politico e entrando in pieno conflitto di interessi.

Uno come lui che fa soldi lavorando per Goldman Sachs e per il fondo Algebris del suo amico Serra, sponsor della Leopolda, e per le aziende americane, disinteressandosi dei problemi reali del Paese, forse rappresenta la testa d’ariete di un progetto molto più ampio e deleterio del potere finanziario che va a saldarsi con la peggiore espressione della destra nostrana, Salvini e Meloni.

Del resto i governi ruotano intorno agli affari, e gli affari si fanno in parlamento spesso a discapito degli interessi dei cittadini; è così che le lobby, la massoneria e tutte quelle forze che ruotano intorno a certi poteri intendono la governance del Paese e sono tutte concordi a far fuori gli intrusi, Conte e il Movimento 5  Stelle, dalla politica spartitoria che dovrà attuarsi nei prossimi mesi con l’arrivo del Recovery fund. Il cannoneggiamento mediatico contro un eventuale reincarico al premier Conte è già iniziato, e le fake news e le mezze verità rimbalzano vorticosamente da un campo all’altro della disinformazione, creando volutamente una nube amnesica che avvolge la mente dei cittadini e ne disorienta le coscienze.

Tanto sarà poi il futuro circo politico mediatico a ricreare le condizioni pregresse e la nuova giostra delle occasioni, dove ognuno potrà rappresentare con progetti ad acta le necessità politiche più “appetibili” per la crescita del Paese. Un vero ritorno al passato sotto il segno della restaurazione.

Dott. Paolo Caruso

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