Postato in data 21 Maggio 2025 Da In Società

A UN MESE DALLA MORTE DI PAPA FRANCESCO di Domenico Spatola

Un mese di vuoto. C’è chi l’avverte. Funerali e la conseguente elezione del nuovo Papa non ne hanno attenuato la percezione. Francesco è irripetibile. E resterà. Lo contraddistinse il “buona sera” del primo impatto con la folla, quel 13 marzo 2012 dal balcone più famoso. Stupefatta e incredula era la folla, quando le chiese di essere benedetto, per benedirla. Entrò in empatia. Venuto dai confini del Mondo, ne portava speranze e angosce. Chiese ai cardinali, suoi elettori, sobrietà. L’ottenne, ma fu lo “spazio di un mattino”. Cominciarono le critiche. Mai si lasciò intimorire e tenne ferma la barra del timone della barca di Pietro. Il papa era lui. Con le sue scelte “bizzarre”, come le sorprese dello Spirito, sempre grondanti di umanità. Corse a Lampedusa “in luna di miele” ad accogliere i migranti. Le critiche furono molte ma anche sorprendenti i consensi. Finalmente la Chiesa diventava ai suoi occhi la “Betania” evangelica ossia “la casa del povero”. Volle assomigliare a Cristo, e del Crocifisso, morto per i peccatori, imparò la lezione. Il perdono incondizionato per tutti e il dialogo, senza ostacoli neppure religiosi, era tra fratelli. Inclusivo, non escludeva alcuno. Gli toccò fronteggiare le disgrazie più gravi, il Covid 19 e le due guerre insensate, che non riuscì a scongiurare. Pianse per i bambini, morti di stenti e sotto le bombe a Gaza e a Kiev.
Divenne icona francescana quando, nella piazza angosciatamente solitaria, abbracciò il Crocifisso come il Poverello d’Assisi riprodotto in pittura dal Murillo.
L’amore per il Creato, con il suo “Laudato sì”, rese papa Francesco più somigliante al Santo che gli aveva ispirato nome e carisma. Provò a togliere dal volto della Chiesa le incrostazioni millenarie del potere. Ma “non trovò accoglienza tra i suoi” e qualcuno lo notò con un libro: “Francesco tra i lupi”. L’azzannarono per coronarlo, con l’ultima delle Otto “Beatitudini”, quella della persecuzione, avendo egli osservate le prime sette.
Disegnò la Chiesa con l’esempio. Esigente in favore degli ultimi e generosa con la forza dello Spirito Santo. “Stella a stella differt”. Non sarà di Francesco una fotocopia, ma Leone XIV lo emulerà. Ne siamo certi. Francesco leggeva la vita reale con la sapienza delle Scritture e lo Spirito di Cristo. Così arrivava al cuore di tutti. Fu papa che volle restare “uomo”, perché sacramento del divino. Tale l’approccio ermeneutico necessario per comprendere le sue “Encicliche”, intonate all’immagine del buon Pastore “odorante delle pecore”.

Di Domenico Spatola

Relativo a