visioni

Postato in data 7 Settembre 2016 Da In Fatti

VISIONI

Veronica, pur non avendo ancora 40 anni, soffriva di una grave forma di artrosi che le procurava frequenti stati dolorosi e una vita quasi da disabile.

Per fortuna non aveva figli da accudire e suo marito, uomo mite e affettuoso, le offriva con amorevole pazienza tutto il sostegno e il supporto di cui aveva bisogno.

La donna era consapevole del fatto che i farmaci che assumeva non le avrebbero procurato una guarigione, ma almeno l’aiutavano ad affrontare il dolore e a rendere più sopportabili le sue sofferenze.

Come succede a quasi tutte le persone che non stanno bene di salute, rivolgeva spesso il pensiero a Dio e alla Madonna chiedendo non tanto un miracolo, quanto la forza necessaria per andare avanti nella sua penosa esistenza.

Pregava tutti i giorni, specie quando il marito si recava al lavoro e restava molte ore da sola in casa. Non sopportava che le ripetesse il solito ritornello: “Che preghi a fare? Con tutte le disgrazie che ci sono nel mondo Dio, la Madonna e i Santi hanno altro da fare!”. Lui lo diceva scherzosamente, per sdrammatizzare un po’, ma Veronica ogni volta ne era alquanto irritata e restava di malumore tutto il giorno.

Così preferiva recitare il suo rosario in perfetta solitudine, davanti a una statua della Madonna che le aveva portato una cara amica di ritorno da un pellegrinaggio religioso.

Felice del gradito regalo, l’aveva riposta in una nicchia nel corridoio, nutrendo per l’oggetto una vera e propria venerazione e una cura maniacale.

Una notte si svegliò di soprassalto con il cuore che le batteva forte. Si preoccupò parecchio, anche perché non ricordava di aver fatto un brutto sogno.

Perché era così agitata? I dolori alle ossa al momento erano appena percettibili e, tutto sommato, non c’era alcuna ragione per quella tachicardia improvvisa.

Faticosamente si alzò dal letto e si diresse, come in cerca di consolazione, verso il corridoio. Piazzò una sedia davanti alla statua e cominciò a pregare la “sua” Madonna nella speranza di rilassarsi e poter riprendere sonno.

Non poteva svegliare il marito, né andare alla ricerca di un medico in piena notte senza essere sicura che si trattasse di un disturbo preoccupante, perciò decise di attendere che i battiti del cuore si normalizzassero e che svanisse quella strana ansia che le era presa.

Mentre pregava, nella penombra del corridoio, ebbe l’impressione che la Madonna muovesse la mano e il viso.

Chiuse gli occhi convinta di avere un capogiro o qualche problema alla vista, continuando la sua preghiera notturna.

Quando li riaprì, dopo qualche minuto, la mano della statua era vicinissima al suo viso e gli occhi le splendevano, nonostante non ci fosse alcuna luce accesa.

Veronica si mise la mano in bocca per evitare di gridare, mentre il cuore le batteva all’impazzata e tremava tutta, con gli occhi sbarrati, oscillando fra paura e stupore.

Che cosa le stava succedendo? Aveva le allucinazioni adesso? Possibile che fosse toccato a lei, dopo i tanti veggenti sparsi per il mondo, di avere le visioni e magari di ricevere messaggi dalla Madre di Dio?  No, non era possibile, il suo cervello era in tilt, non c’era alcun dubbio.

Ma doveva stare calma, non poteva perdere il controllo.

La mano della statua le accarezzò il volto diverse volte, ma in totale silenzio.

Nessuna voce, nessuna profezia, nessun rumore.

Veronica non riuscì a sopportare a lungo quella situazione assurda, quasi di corsa ritornò nella sua camera da letto e si rannicchiò vicino al marito, continuando a tremare.

– Stai male? – le chiese svegliato dal suo abbraccio spasmodico.

– No, nulla, solo un po’ d’insonnia – rispose Veronica, decisa a non rivelare a nessuno quello che le era successo per evitare di essere presa per pazza o per visionaria.

L’evento si ripeté per altre quattro notti consecutive finché la donna si convinse a farsi visitare da un neurologo di nascosto dal marito. Si fece accompagnare da una sua amica presso un noto specialista e, rimasta sola con lui, gli raccontò per filo e per segno lo strano fenomeno che le era capitato.

Il medico, dopo averla ascoltata con attenzione e averla sottoposta a una visita accurata, la rassicurò dicendole che si trattava di un evento transitorio dovuto allo stress, ma per sicurezza le prescrisse delle analisi e dei farmaci.

Nelle visite successive il medico dovette ammettere che in lei non c’era nulla di patologico, ma questo non fece altro che renderla più preoccupata e dubbiosa.

Si chiedeva se quelle visioni non fossero frutto della sua mente in preda alle allucinazioni, ma fossero invece qualcosa di reale, anzi di soprannaturale.

Dopo un periodo tormentato di crisi esistenziale, smise di farsi domande e di darsi delle risposte.

In fin dei conti che importanza aveva sapere se le visioni corrispondevano alla realtà o no? La statua della Madonna continuava a prendere vita quasi tutte le notti, e Veronica ne traeva una grande forza interiore, nonostante le sue sofferenze non cessassero di tormentarla.

E queste visioni, sia che rivelassero un intervento divino o le proiezioni di una mente malata, erano per lei un miracolo, in ogni caso un dono divino portatore di  stupefacente energia.

Gli occhi della statua luccicavano come due stelle nel buio della notte e la sua mano l’accarezzava con dolcezza, mentre l’anima di Veronica andava in estasi vibrando di speranza e di amore.

Era meraviglioso.

Angela Di Salvo

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