Disse la Regina ad Alice nel Paese delle Meraviglie: “quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz’ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione”.
-Immagino il mare davanti a me.
-Riesco a sentire lo sciabordio delle onde e mi sembra di penetrare nel ritmo dell’universo.
-Sto parlando, ma in silenzio.
-Le braccia si sollevano, le gambe si stendono, mentre un essere interiore pian piano si risveglia dentro di me.
-Il corpo inizia a volteggiare, si slancia nello spazio, lo conquista e così diventa inarrestabile: in certi momenti quasi si direbbe che vola.
-Sto danzando.
Tutte le arti sono meravigliosamente travolgenti, specialmente quando diventano passioni. La danza però ha qualcosa in più di tutte le altre. Mentre, per esempio, la pittura si manifesta nello spazio e la musica si compie nel tempo, la danza si rivela insieme nello spazio e nel tempo.
E ancora, mentre il pittore può guardare il proprio quadro, il musicista può ascoltare la propria musica e il poeta può leggere i propri versi, il ballerino non crea nulla al di fuori di sé: mette in scena il proprio corpo e nient’altro.
Io ho scoperto questo mondo tredici anni fa, e da allora non me ne sono più allontanata. Al contrario, ho imparato a conoscerlo e ad amarlo sempre più profondamente.
In questi anni ho capito tre cose fondamentali della danza.
La prima è che è una disciplina educativa: necessita di moltissimo impegno, rigore nell’eseguire la tecnica, precisione nei movimenti e coordinazione con il resto del gruppo. Ma una tecnica perfetta non è ancora sufficiente: la danza inizia quando si mette l’anima.
La seconda è che sul palcoscenico, come nella vita, quando si commette un errore si deve sorridere, recuperare e andare avanti, sempre.
La terza, probabilmente la più importante, è che la danza è l’arte dell’onestà: non si può mentire con il proprio corpo. Quando si balla l’anima è nuda. Inevitabilmente si racconta se stessi, perché il movimento dà corpo a un sentimento, quindi mentire diventa impossibile. Chi ci prova si fa male.
Appena invece ci si abbandona totalmente alla propria spinta emotiva, allora corpo, spazio e musica diventano un’unica cosa, infinitamente armonica.
Riuscire a essere così sinceri con se stessi è molto difficile, ma quando un ballerino ci riesce, dice tutto senza dire una parola. E proprio in quel momento esegue la più bella coreografia della sua vita.
Lo stesso termine “coreografia” confessa la vera essenza della danza: esso deriva dal greco ed è composto da choreia (“danza”) e graphé (“scrittura”): l’arte di scrivere nello spazio.
Infatti non solo i piedi del ballerino, ma anche tutto il suo corpo, con la loro immensa energia scrivono nell’aria, la graffiano, la incidono seguendo traiettorie sinuose e invisibili.
Ma l’aspetto in assoluto più bello dell’arte del danzare è che non bisogna necessariamente essere veri ballerini, perché la danza non si svolge solo sul palcoscenico, sotto i riflettori.
Al contrario, la danza più vera di tutte è quella che si esegue quando si è da soli, magari al buio.
Non esiste quindi una coreografia giusta o un movimento giusto. Tutti possono ballare. E non esistono persone che non ci riescono, esistono solo persone che pensano troppo a come muoversi piuttosto che farsi trasportare dal ritmo.
Michael Jackson diceva che “pensare è il peggior errore che si possa commettere.
Non bisogna pensare, bisogna sentire”. Proprio come fanno i bambini, che sono forse fra i migliori ballerini al mondo. A loro infatti non importa se qualcuno li guarda, se il loro movimento è buffo e nemmeno se sono tristi, felici o arrabbiati: quando inizia la musica, loro danzano.
Prendendo esempio da loro, ogni uomo dovrebbe ballare, perché arricchisce e insieme solleva lo spirito.
E per quando sarai troppo grande, ricorda: “se non puoi danzare tu, fai almeno danzare la tua anima”… magari provando a credere a sei cose impossibili prima di colazione.
Silvia Occhipinti