Postato in data 5 Dicembre 2024 Da In Società

UNA TRAGEDIA DEI NOSTRI TEMPI di Paolo Caruso

Sul caso Turetta – Cecchettin oso dire una tragedia dei nostri tempi, il frutto perverso di una società malata. Una società chiusa a riccio nella propria solitudine che si proietta all’ esterno in tante monadi.
Dopo quanto detto dal padre della vittima ogni altra voce suona stonata e il silenzio si impone. Come nelle tragedie greche antiche si rimane attoniti. Gelosia e possessività echeggiano come miti primordiali con la gelosia figlia della possessività.

I figli di Giasone uccisi dalla madre Medea. Il male mai domato, e noi convinti, riteniamo di sapere da quale parte esso stia, per inconsciamente sanare ferite, condannando chi del male si è fatto esecutore. Ma la tragedia greca si chiude in catarsi corale. La nostra generazione ne è in grado? O tenta a rimuovere e obliare il dolore. “Abbiamo perduto tutti!” Parole straordinarie quelle del signor Cecchettìn, dette a caldo di sentenza dell’ergastolo emessa ieri dalla corte d’Assise di Venezia.

Monito sottile e accorato a chiedersi: “Dove va l’umanità?” È ancora in tempo per arrestarsi prima del baratro? Di altra visione, “altra” sottolineerei, hanno necessità le nuove generazioni per sopravvivere.

Dott. Paolo Caruso

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