Postato in data 22 Giugno 2017 Da In Poesia

UNA MONTAGNA DI OBIETTIVI

E’ come cercare delle immagini nella propria mente.
Come in quei video su you-tube in cui si vedono le macchine sfrecciare,
in cui tutte le scene ed i colori si susseguono ad una velocità smisurata.
E invece quella signora anziana, seduta su un urbano, ricamava.
Col frastuono più assoluto, col sobbalzo a causa delle buche,
lei rimaneva lì con gli occhi puntati sul suo centrino bianco.
E nel frattempo il mondo correva
scorreva
veloce
inesorabile
con i ticchettii degli orologi ai polsi,
con i cellulari tenuti in mano dai ragazzi.
Scorre questo tempo
con noi che lo rincorriamo. Per arrivare a cosa?
Mi sento, finalmente, quando sono in mezzo al caos,
ma quando mi cerco
qui da sola
non so più riconoscermi.
Ho puntato la pistola alla vita
ma poi non ho sparato
e il mio sogno mi ha svegliata
o io ho svegliato il mio sogno.
Obiettivo.
Questa parola è la chiave di ogni tipo di relazione sociale.
Il mondo corre
mentre io lo cerco
e trovo un mucchio di cose a metà.
In fondo ci riduciamo all’ intensità delle emozioni
al pensiero che non trova risposte.
Cos’è la fede se non la voglia di credere che questa corsa abbia un obiettivo finale?
Ecco, si ripresenta.
Ma no, questa corsa, obiettivi non ne ha
o forse il nostro obiettivo oggi è la corsa stessa?
Ma nemmeno questo ha senso.
Mentre ci affrettiamo lasciamo tutto indietro
Le madri, i morti, l’ amore, le verità, le domande
e
noi stessi.
Pensiamo che per stare bene con noi stessi dobbiamo correre verso i nostri obiettivi,
ma più corro
più mi allontano dal punto zero
Più corro più sbiadisco.
Penso che il mio obiettivo sia quello di rimanere nitida.
è difficile.
Mio dio quanto lo è.
In realtà non voglio sparare alla vita
Non so rinunciare al mondo che mi circonda
che molto spesso mi fa paura.
La mia montagna è tutta da scalare
ed io ho paura di volare
degli sbalzi di pressione
del vuoto
della nebbia
del buio.
Ma mi espando
dentro.
Non so bene chi sono, cosa sono
come potrei fare per sentirmi quando mi tocco le labbra,
le mani,
le dita
quando tocco il naso con la punta della lingua.
Ma vedo il mondo correre
e mi gira la testa
Vorrei gridare
“Ehi! Fermiamoci un attimo”
siamo corpi morti che corrono per le strade con gli smartphone in mano
Sono una morta che parla
che sente
appesa ad un filo
La mia vita pulsa dentro.
Basterebbe solo scalare la montagna
superare la nebbia
rimanendo nitida
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Alessia Barone

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