Postato in data 1 Agosto 2024 Da In Politica

S.S.N. ALLA DERIVA NEL MARE TEMPESTOSO DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Parlare oggi di Sanità pubblica specialmente con l’avvento della legge Calderoli sull’Autonomia differenziata è come infierire su un soggetto in fase terminale. Un provvedimento inoppportuno che crea non poche apprensioni sulla tenuta del Ssn e sulle diseguaglianze che tenderanno a spaccare ulterirormente il Paese.

Verranno meno così i principi di universalismo, equità, e uguaglianza che vanno a compromettere il diritto alla salute sancito dall’articolo 32 della Carta Costituzionale. Il Servizio sanitario nazionale dopo anni e anni di limitati investimenti finanziari è vicino al punto di non ritorno. Con questa destra di governo cosiddetta del “fare” si assiste all’apoteosi del neoliberismo più spietato che trova soprattutto nella sanità pubblica un vero vulnus sociale, una emergenza nazionale, una estrema direzionalità verso il privato.

Infatti tutti i provvedimenti dell’Esecutivo Meloni in materia di sanità a partire dalle leggi di bilancio per finire al recente decreto “abbatti liste”, vanno nella direzione di un potenziamento della sanità privata. Nessuno incentivo alla professionalità, stipendi non adeguati, l’inesorabile fuga dal pubblico e l’esodo verso Paesi esteri sono il frutto di una politica da molti anni poco attenta alle necessità del comparto sanitario. Destra e sinistra in questi anni hanno rappresentato le due facce della stessa medaglia, entrambe fautrici di logiche neoliberiste. Il provvedimento sulle liste d’attesa che garantisce visite specialistiche e accertamenti diagnostici anche nel weekend con la possibilità di un ampliamento delle fasce orarie delle prestazioni è pura fuffa.

Davvero con le prestazioni aggiuntive si vogliono risolvere le liste di attesa? Ci si chiede con quale personale se vige ancora il tetto di spesa per l’assunzione di nuovi medici e con la carenza cronica di operatori sanitari? Con poche risorse finanziarie inoltre non si va da nessuna parte e già il personale sanitario ha dato abbastanza. La stessa Autonomia differenziata darà il colpo di grazia al Ssn, creando diverse sanità territoriali, dove le regioni più ricche del nord offriranno maggiore e qualificata assistenza mentre quelle del mezzogiorno d’Italia economicamente più svantaggiate assisteranno impotenti alla crescita dei viaggi della speranza.

I cosiddetti LEP (livelli essenziali di prestazione) sono di la da venire , se tutto va bene a due anni. Resta comunque il peccato originale che tende a diversificare le condizioni di partenza e soprattutto di arrivo, tenuto conto delle diverse realtà del Paese. Un problema che rischia di minare la credibilità e la fiducia nel nostro sistema sanitario.

Dott. Paolo Caruso

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