In una Europa sempre più divisiva, in un momento di grave allarme internazionale causato dalle guerre che la toccano da vicino, ci si chiede cosa stia a fare Orban nel Parlamento europeo, dopo le bordate antieuropeiste espresse in tale consesso e in particolare alla Von Der Leyen, presidente della Commissione? Rivendica il suo patriottismo (sic!) e declassa gli sforzi di una Europa già dì per sé in difficoltà e che non intende allinearsi al “diktat” di Mosca. Roba da indurre a chiedergli: “Ma tu da che parte stai?”. Fu chiaro quando la presidente della Commissione europea, a provocazione, gli ricordò l’invasione dell’Ungheria nel 1956 da parte dei Russi, se non era come quella attuale dell’Ucraina da parte di Putin. Glisso’, dicendo che si parla di cose diverse.
Anche oggi c’è un popolo aggredito, e deve essere l’aggressore a dettare le condizioni per la tregua? Pace infatti non sarà mai se non si rispettano la giustizia e la autodeterminazione dei popoli, nella libertà, e democrazia. E fu ciò che gli rinfaccio’ in sede istituzionale e senza peli sulla lingua, la eurodeputata Ilaria Salis, quello di avere imposto nel suo paese un ingiustificabile regime dittatoriale, pretendendo di coinvolgere altri della stessa risma nel suo delirio patriottico. È notorio infatti che, sottobanco, e abusando della semestrale presidenza europea, con Putin e Trump ha patteggiato da quale parte stare. E l’Europa? Priva di qualsiasi autorevolezza soggiace all’ ingombrante alleato a Stelle e strisce e non è in grado di portare avanti in maniera autonoma un concreto negoziato di pace.
Infatti continua, nonostante la grave crisi economica che l’ attanaglia, ad essere assente dagli scenari internazionali sollevando inutili polveroni che dimostrano la sua debolezza e la mancanza di progettualità priva com’è di veri leader. Una Europa divisa in se stessa è destinata a collassare!”. Non sarà forse questa la missione di Orban & i suoi Patrioti che farà gongolare di gioia l’ineffabile Putin, loro compagno di merende? E nello stesso tempo far sorridere sotto i baffi le potenti lobby finanziarie americane?
Dott. Paolo Caruso