Postato in data 31 Ottobre 2017 Da In ECONOMIA, Soldi

MANGIARE DI LAVORO

E’ possibile procurarsi il cibo pagandolo con il lavoro?

A quanto pare sì.

A new York lo fanno dal 1973; sembra quasi surreale che nella Grande Mela, la città simbolo del capitalismo,  ci possa essere un angolo, una realtà in cui il padrone non sia il Danaro, in cui i prezzi non vengano quotati in dollari.

Park Slope Food Coop è una cooperativa che gestisce un negozio di alimentari nel quale la “moneta di scambio” è il tempo dei soci e delle socie che si impegnano a donare almeno 4 ore la settimana per attività da svolgere nel negozio medesimo; cassa, scaffali, rifornimenti, pulizie. In tal modo si copre il 75% dei costi e i prodotti possono essere venduti a prezzi competitivi, i più bassi della città, a quanto sembra.

Il loro slogan: “ Good Food at low prices for working members through cooperation” cioè “ Buon cibo a basso costo per i membri lavoratori attraverso cooperazione”.

Questo esempio può essere replicato ovunque ci sia una sensibilità alla economia alternativa; è successo in Francia dove già oltre 30 cooperative stanno riproducendo questo modello.

Anche nella nostra realtà il mondo dell’economia condivisa, solidale e responsabile si è mobilitato per diffondere l’idea e il messaggio, in occasione dell’uscita di un docu-film in Italia.

Il 27 novembre prossimo alle ore 21 presso la sala del cinema Lumière sarà proiettato il documentario  Food Coop di Tom Boothe, il regista americano ma parigino di adozione che ha sviluppato  in contemporanea il progetto Le Louve, un supermercato che si ispira appunto ai principi del Park Slope.

La proiezione verrà effettuata su iniziativa di molte associazioni che da tempo si muovono nell’ambito dell’”altra” economia: Progetto Fi.Co. Filiera Corta Siciliana, Gas Colibrì, Gas Mazzarelli, GasAmunì, Gas Il Filo di Paglia, Gas Il Melograno, Bio Casa Mia-Ecobottega Errante, FormaMente, Permacultura & Transizione.

I biglietti potranno essere prenotati a breve dai link della pagina facebook che supporta l’iniziativa.

Riusciranno i nostri eroi e le nostre eroine a creare una uova cultura dello scambio che si intreccia con  la volontà di perseguire un consumo critico e consapevole, solidale e sostenibile?

Ci auguriamo di sì.

 

Cecilia Tumino

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