Raccomandazione, parola benevola, occhio particolare, spintarella, rappresentano espressioni maliziose e subdole di uno stesso linguaggio, di un vezzo tutto italiano di ottenere favoritismi a discapito di altri soggetti.
Questo sistema perverso che si è inculcato nel corso degli anni nella mentalità degli italiani, quasi geneticamente impresso nel DNA di ognuno di noi, affonda le sue radici nel modo di essere di certa politica che cieca ai bisogni della gente trova, tramite il clientelismo più bieco, il consolidamento del proprio potere soprattutto nelle aree più depresse del paese dove occupazione e lavoro sono termini in disuso ormai da tempo.
La meritocrazia ha perso i suoi connotati a favore del concetto di appartenenza, così il malcostume imperante regione per regione, istituzione per istituzione fa capolino sempre più anche in ambito sanitario (non ultimo il caso Umbria).
In un paese che basa le sue fondamenta democratiche e del vivere civile sul lavoro, sui valori della legalità e sulla eguaglianza, è d’obbligo che vi sia una leale competizione basata sul merito e non sul “mio Io di appartenenza” a discapito degli altri…, “figli di un dio minore”.
Il barare sulla pelle di tanti giovani protesi alla vana ricerca di un lavoro, è un po come soffocare le loro speranze, le loro aspirazioni e annientare in un attimo le loro aspettative, creando così le premesse ad una emigrazione forzata verso paesi esteri, e lasciando il proprio, che fu nei loro confronti solamente patrigno.
Paolo Caruso