Appena spenti i riflettori sulla trasmissione di Camila Raznovich andata in onda su RAI 3 e la nomina di Bobbio a borgo d’Italia 2019, vincitore sull’altro borgo finalista Palazzolo Acreide, sono state messe in luce, a prescindere dalla bellezza della cittadina, sia dalla stampa ma anche dalla politica diverse anomalie con critiche sulle modalità e sull’attendibilità del voto stesso espresso dalla commissione tecnica.
Una commissione in palese conflitto di interessi in cui il capo della giuria, il critico d’arte Philippe Daverio, risulta essere cittadino onorario del borgo piacentino e di averlo proposto , come da lui asserito in diretta televisiva, come terza capitale europea dopo Bruxelles e Strasburgo.
Lo stesso presidente della commissione di vigilanza RAI, on. Michele Anzaldi dichiara che “i danneggiati sono i comuni che si sono trovati in questo pasticcio e tutti noi che paghiamo il canone, oltre i cittadini che hanno votato con passione da casa rimettendoci anche economicamente. Ma a proposito a chi vanno i soldi del televoto? Un po’ di trasparenza non sarebbe male.
Certo l’immagine della RAI invischiata in questi pettegolezzi di provincia non ne esce proprio bene, anzi venendo meno l’imparzialità e la stessa legalità offre critiche di più ampio spessore e ferisce oltretutto la coscienza e l’intelligenza degli Italiani. Esaminando il voto popolare che premia inequivocabilmente la cittadina aretusea con il 41,95% contro il 27,08% di preferenze di Bobbio, e il voto della commissione tecnica presieduta dal professore Daverio che ribalta drasticamente il risultato con il 66,67% alla cittadina emiliana e paradossalmente lo 0,00% a Palazzolo Acreide, appare evidente agli occhi di tutti come questo risultato strida enormemente sulla diversa e contrapposta espressione di voto.
Se a questo, durante l’intervista del critico d’arte da parte della “iena” La Vardera, viene fuori il disprezzo per la Sicilia, definendo la Trinacria ” un piede messo a terra, è terrone e rosica così come rosica in questo momento Palazzolo Acreide”, ribadendo la sua paura a venire in Sicilia, non accettando mai una eventuale cittadinanza onoraria offertagli dalla cittadina siciliana, la mancanza d’amore non solo per l’isola ma anche per i suoi prodotti tipici, dal celebre cannolo che paragona alla canna mozza, alle arancine e alla pasta a forno; a noi siciliani interessa poco, come non interessa il piacere che prova lo stesso professore nel gustare il foie gras e sorseggiare lo champagne.
Questa avversione per la Sicilia, un vero scrigno di tesori per Lui e per il mondo intero, le sue paure tratte da chissà quale immaginario cinematografico, lasciano perplessi sulla stessa personalità del professore critico d’arte e denotano una sua caduta di stile e di immagine.
Il diritto di opinione è importante in un paese democratico ed è basilare che venga garantito a tutti, ma è oltremodo necessario chiarire il conflitto di interessi del professore Daverio che ha inficiato la votazione e capovolto il risultato nella finale del borgo dei borghi 2019.
Se poi il Daverio si sente minacciato e vorrà portare in tribunale il sindaco di Palazzolo Acreide e il presidente della commissione di vigilanza RAI, sicuramente non è di nostra pertinenza; resta comunque il malcostume di un provincialismo tutto italiano, la solita furbizia e la mancanza di trasparenza in una trasmissione trascinata da un caloroso e salutare campanilismo, in cui la RAI mette a dura prova la sua stessa credibilità riuscendo a stupire negativamente la vasta platea di telespettatori.
Paolo Caruso