Hiroshima e Nagasaki ottant’anni dopo pare non abbiano insegnato nulla. Il pericolo di una catastrofe nucleare in questi ultimi anni si è fatto sempre più minaccioso. Le superpotenze nucleari si affrontano indirettamente in vari focolai di guerra e fino ad oggi la pace in Ucraina sembra una chimera. Alle 8.45 del 6 agosto 1945 nel cielo di Hiroshima in Giappone viene sganciata da un aereo americano la prima bomba atomica della Storia.
Non penso che Enola Gay fosse stata lieta che alla prima bomba atomica “little boy”, esplosa su Hiroshima ottanta anni fa, il figlio pilota che la sganciò, avesse dato il suo nome. Quel 6 agosto del 1945 a Hiroshima morirono immediatamente settantamila persone e, due giorni dopo, a Nagasaki altre quarantamila. Da allora il programma nucleare ebbe un’impennata. Di deterrenza, si disse. Ma alla minaccia dell’uso il passo è breve. Le Superpotenze, vincitrici si dotarono di questi terribili ordigni, flagelli di morte collettiva. Iniziava la “guerra fredda”, basata sul terrore. Einstein aveva messo in guardia: “Non so come si combatterà la Terza Guerra mondiale, ma della Quarta vi so parlare: con le pietre e i bastoni”. Si fanno i calcoli che bastano cinquanta missili nucleari, dall’una e dall’altra sponda, per fare sparire il Pianeta. E di tali ordigni se ne possiedono migliaia, dall’una e dall’altra parte. E cosa si fa oggi, anziché ricorrere alla diplomazia, per risolvere i dissidi tra le Nazioni? Si minaccia l’uso delle armi atomiche. Le radiazioni non si spegnerebbero prima di secoli e la vita sulla Terra diverrebbe impossibile. Vedi il disastro di Chernobyl, dove i sarcofagi creati sul luogo della esplosione sono tutt’oggi come vulcani radioattivi. Eppure si balla, come sul Titanic… Si scherza a giocare con il fuoco, e non mancano le minacce reciproche. Israele e gli USA provarono a impedire all’Iran di avere la bomba atomica. E Pakistan e India, forse fanno meno paura? Si balla… Meglio distrarsi su beghe e sui dazi… e non pensare! Quando la Storia diventerà maestra forse mancheranno gli allievi. Da ottant’anni si cerca la pace, ma a Gaza la si vuole imporre con l’ingiustizia. Senza riconoscere ai Palestinesi di avere un loro Stato. L’alibi è Hamas. Trump che si voleva candidare al “Nobel” per la pace, ha fatto solo chiacchere, e collabora con Netanyahu a distruggere i Palestinesi. Tracotanza e disumanità nel mostrarli al mondo affamati, e come topi in trappola fatti bersaglio nel momento di cercare cibo e acqua. Non è questo il mondo che sognavano i nostri padri. Non è quello che abbiamo auspicato. Concordo con quanto con insistenza afferma papa Leone, per la pace con la diplomazia e il dialogo, che non ha eguali, né alternative, perché ogni uomo ha il diritto di essere libero, per essere felice. Mi viene da ricordare un verso del ventiseiesimo canto dell’ inferno di Dante: “Nati non fummo per viver come bruti, ma per seguir virtude e conoscenza”. A ottant’anni da quel tragico giorno cosa hanno insegnato al mondo Hiroshima e Nagasaki? Ai posteri l’ardua sentenza!
Non penso che Enola Gay fosse stata lieta che alla prima bomba atomica “little boy”, esplosa su Hiroshima ottanta anni fa, il figlio pilota che la sganciò, avesse dato il suo nome. Quel 6 agosto del 1945 a Hiroshima morirono immediatamente settantamila persone e, due giorni dopo, a Nagasaki altre quarantamila. Da allora il programma nucleare ebbe un’impennata. Di deterrenza, si disse. Ma alla minaccia dell’uso il passo è breve. Le Superpotenze, vincitrici si dotarono di questi terribili ordigni, flagelli di morte collettiva. Iniziava la “guerra fredda”, basata sul terrore. Einstein aveva messo in guardia: “Non so come si combatterà la Terza Guerra mondiale, ma della Quarta vi so parlare: con le pietre e i bastoni”. Si fanno i calcoli che bastano cinquanta missili nucleari, dall’una e dall’altra sponda, per fare sparire il Pianeta. E di tali ordigni se ne possiedono migliaia, dall’una e dall’altra parte. E cosa si fa oggi, anziché ricorrere alla diplomazia, per risolvere i dissidi tra le Nazioni? Si minaccia l’uso delle armi atomiche. Le radiazioni non si spegnerebbero prima di secoli e la vita sulla Terra diverrebbe impossibile. Vedi il disastro di Chernobyl, dove i sarcofagi creati sul luogo della esplosione sono tutt’oggi come vulcani radioattivi. Eppure si balla, come sul Titanic… Si scherza a giocare con il fuoco, e non mancano le minacce reciproche. Israele e gli USA provarono a impedire all’Iran di avere la bomba atomica. E Pakistan e India, forse fanno meno paura? Si balla… Meglio distrarsi su beghe e sui dazi… e non pensare! Quando la Storia diventerà maestra forse mancheranno gli allievi. Da ottant’anni si cerca la pace, ma a Gaza la si vuole imporre con l’ingiustizia. Senza riconoscere ai Palestinesi di avere un loro Stato. L’alibi è Hamas. Trump che si voleva candidare al “Nobel” per la pace, ha fatto solo chiacchere, e collabora con Netanyahu a distruggere i Palestinesi. Tracotanza e disumanità nel mostrarli al mondo affamati, e come topi in trappola fatti bersaglio nel momento di cercare cibo e acqua. Non è questo il mondo che sognavano i nostri padri. Non è quello che abbiamo auspicato. Concordo con quanto con insistenza afferma papa Leone, per la pace con la diplomazia e il dialogo, che non ha eguali, né alternative, perché ogni uomo ha il diritto di essere libero, per essere felice. Mi viene da ricordare un verso del ventiseiesimo canto dell’ inferno di Dante: “Nati non fummo per viver come bruti, ma per seguir virtude e conoscenza”. A ottant’anni da quel tragico giorno cosa hanno insegnato al mondo Hiroshima e Nagasaki? Ai posteri l’ardua sentenza!
Dott. Paolo Caruso