Non si è mai assistito, come in questi ultimi anni, nella storia repubblicana e nella vita democratica del Paese Italia ad un imbarbarimento dell’informazione con critiche a volte gratuite pronte a sfociare nelle offese anche personali, tralasciando la corretta informazione, creando solamente disinformazione con colpevoli silenzi e mezze verità, e volutamente fake news che sanno tutte profondamente di viscido servilismo nei confronti dei partiti e di un potere editoriale finanziario sempre più cristallizzato.
Così gli organi di stampa e i media in genere con la loro condotta legittimano o sminuiscono atteggiamenti censurabili e degni di biasimo, seguendo più gli interessi di bottega. I soliti soloni del giornalismo nazionale affollano quotidianamente, con parcelle di tutto rispetto, i salotti “bene” di certa platea televisiva pronti a diffondere il verbo delle insinuazioni e il dubbio dell’evidenza. Questo continuo cannoneggiamento mediatico di notizie spesso non documentate e a volte anche marginali, ci induce sempre più a dubitare della veridicità del prodotto informazione, e a credere che su questo pesi enormemente la mano degli editori con l’assoluto e nefasto conflitto di interessi.
Il quadro che si presenta oggi agli occhi dei cittadini risulta sconfortante, tanto che la disaffezione della gente ha raggiunto nel corso degli anni i livelli deprecabili della politica, con una crisi ormai irreversibile dell’editoria che imbriglia sempre più la libera informazione, condizionata come è dalle lobby , dai potentati, o da logiche di partito. Si assiste così ad una marcata riduzione della vendita dei giornali, quotidiani e non, mentre l’informazione viene racchiusa in poche mani e sopravvive grazie ai finanziamenti non disinteressati di certa politica.
Certamente le esternazioni quotidiane di certi giornalisti, o presunti tali, come Feltri, Sallusti, Belpietro uniti nel loro operare solamente al discredito del presidente Conte e del suo governo, o per altri aspetti le dichiarazioni sconsiderate di Enrico Mentana non favoriscono un approccio favorevole agli occhi dell’Europa e rappresentano la classica testa d’ariete al servizio e in mano al cazzaro verde, al vecchio caimano, e a “sora” Giorgia, la balilla trasteverina. Soltanto con una sana e funzionale riforma dell’editoria non più gravata dal conflitto di interessi si potrà dare spazio a quegli aneliti di libertà oggi presenti in altro tipo di giornalismo, così da potere realizzare concretamente una libera e trasparente informazione, lasciando finalmente ad altri paesi la maglia nera dell’apposita classifica internazionale.
Dott. Paolo Caruso ( Pneumologo