Postato in data 3 Marzo 2020 Da In Società

CONSUMISMO, DEGRADO E DISAGIO SOCIALE

Dopo i tragici fatti di Napoli dove un giovane di soli 15 anni nel tentativo di rapinare un carabiniere in borghese minacciandolo con una pistola, risultata poi un’arma giocattolo, ha perso la vita ucciso dalla sua stessa vittima che per difendere se stesso ma soprattutto la sua ragazza non ha tardato a premere il grilletto della sua pistola di ordinanza.

Ora rimane lo sgomento di questa giovane vita spezzata sul selciato insanguinato di una via anonima di Napoli, caduto non da eroe ma da semplice rapinatore sotto gli occhi pietrificati del suo complice e sicuramente pieni di paura e di dolore da parte del suo occasionale e giovane assassino.

Ora tutti si ergono a giudici, a psicologi, a sociologi pronti ad approfondire le cause che hanno portato a questo, a scrutare dietro il buco della serratura della nostra arida coscienza il malessere delle periferie delle nostre città, di una società malata di solitudine e nello stesso tempo attraversata dal frastuono del consumismo più esasperato, di una famiglia disgregata che non rappresenta più il cardine portante del vivere civile.

In queste periferie degradate i giovani trovano spazio, quasi una palestra di vita per le loro sortite delinquenziali cercando di imitare il comportamento dei grandi, pronti ad imparare velocemente la dura realtà della strada con i suoi vizi e i suoi difetti. In questa nostra società non esiste più il rispetto per il prossimo, e si è perso il limite del buon senso; l’individualismo, l’arroganza, l’ignoranza, e il deserto morale presenti in molte famiglie producono solo odio, violenza, morte e noia.

Questa orda di “barbari” venuta fuori da queste realtà ne è l’esempio più lampante,infatti usando la violenza per soddisfare la propria bestialità ha distrutto totalmente un intero reparto di emergenza dell’ospedale Pellegrini di Napoli mettendo a rischio l’incolumità del personale sanitario medico e non, e degli utenti in attesa di prestazioni sanitarie urgenti.

La delinquenza che maggiormente alberga nei quartieri periferici e degradati delle nostre città è spesso frutto del disinteresse delle istituzioni, dall’alto tasso di abbandono del normale corso scolastico, la mancanza di servizi sociali efficienti, l’assenza di lavoro in specie nelle regioni del sud del paese e rappresenta la punta dell’iceberg di problemi non risolti e di un male profondo che attanaglia la nostra società. E’ proprio in un contesto sociale come questo che riesce a svilupparsi il concetto di antistato, minando alle fondamenta quello stato di diritto spesso assente e che porta un certo numero di giovani alla devianza e a delinquere.

Dott. Paolo Caruso – Palermo

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