il tempo

Postato in data 2 Gennaio 2017 Da In Fatti

IL TEMPO

Aurora si alzò tardi quel primo dell’anno. Aveva trascorso quasi l’intera notte in compagnia di cari amici  che non la lasciavano mai sola nelle giornate speciali.

Certo, c’erano i suoi figli, ma avevano le loro famiglie, avevano anche loro gli amici con cui festeggiare e non era il caso che passassero sempre le feste con lei che, in fondo, venivano a trovare molto spesso.

Quella fredda mattina di gennaio si sentiva particolarmente triste, senza una vera ragione.

Un nuovo anno stava per iniziare e chissà quali altre sorprese o eventi avrebbe portato con sé.

Considerate tutte le catastrofi, le guerre, le sofferenze, le vittime innocenti, i problemi sociali e politici del mondo, la sua esistenza le pareva una piccola e insignificante goccia nel mare.

Paragonava la sua vita di donna sola, con un ex marito che viveva con un’altra, a tutte le altre vite di tanti uomini e donne che lottano ogni giorno per andare avanti, per lavorare, per sentirsi utili agli altri, per affrontare malattie e avversità e non lasciarsi sorprendere mai impreparati dagli imprevisti che inevitabilmente non tardano ad arrivare.

Si chiese quale fosse l’elemento costante che non l’avesse mai abbandonata.

Alla fine arrivò alla conclusione che il suo punto fermo fosse stato solo uno: il tempo.

Il tempo che faceva da contenitore degli eventi e che correva troppo velocemente, specie che adesso aveva una certa età e diventava più prezioso, ma allo stesso tempo privo di brillante entusiasmo e di aspettative a lungo termine.

Il tempo era la sua prigione, era il binario entro cui doveva viaggiare fino alla meta finale, era un dono e una condanna, un tesoro inestimabile e allo stesso tempo un bilancio rigoroso e costante.

Il tempo aveva cristallizzato i suoi ricordi più belli, cambiato il suo modo di affrontare la vita, deformato convinzioni e pregiudizi,  trasformato ogni istante del suo passato in risorsa continua, attenuato la memoria del male ricevuto.

Il tempo. Un tempo sospeso fra il passato vario e ingombrante e il presente evanescente e rapido come il soffio del vento, mentre di fronte, invisibile e incerto, ci stava un futuro che le correva incontro con il suo carico di avvenimenti misteriosi.

Aurora si stupì di questo atteggiamento di filosofa che era emerso in quel primo dell’anno incipiente. Aveva sempre vissuto alla giornata, prendendosi quello che arrivava e sopportando la malattia, la separazione, la responsabilità di dover crescere i suoi figli da sola, e l’attesa vana e inutile di un incontro che avrebbe potuto portarle l’amore di un uomo, amore che lei aveva sempre donato con intensità, ma che mai le era stato restituito.

Ecco, adesso sapeva perché era triste. Perche non aveva accanto un compagno di vita, perché era sola, nonostante non le fossero mancate le qualità per poterlo meritare.

Andare incontro all’altro tempo che le restava la riempiva di una immensa tristezza, e a nulla valeva la profonda fede in Dio che era emersa in lei quando aveva combattuto contro l’abbandono  e la malattia. Ma aveva vinto ogni battaglia, e dopo si era sentita fiera di se stessa e della sua forza.

Però oggi doveva trovare una ragione per ritrovare l’energia e il desiderio di sostenere “il suo tempo” nel mondo, sperare nelle cose belle che porta con sé la vita e donare ai propri cari quello stesso indomabile amore che l’aveva resta invincibile e forte.

Sul web tutti si scambiavano felici gli auguri per il nuovo anno. Su WhatsApp una valanga di belle frasi augurali,  video e splendide immagini arrivavano anche a lei. Ma non era abbastanza.

Le sembrava tutto così inutile, superficiale e scontato. Così noiosamente ripetitivo e formale.

E poi, d’improvviso, le arrivò quella telefonata che in quel presente lo riportò al suo passato più intenso.

-Pronto, Aurora, sono io… Stamattina ti pensavo e ho sentito il bisogno di farti gli auguri…Ti ricordi il nostro ultimo Capodanno?

Quanto aveva desiderato di risentire la sua voce con quel tono caldo, tenero e avvolgente!

Il tempo. Il tempo corre avanti  e spesso ritorna con il suo bagaglio di vive esperienze. Fugge, ma non ci abbandona mai, ci spinge lontano, ma ci riporta sempre indietro. Sembra monotono, però ogni volta riesce a sorprenderci.

Ce lo buttiamo alle spalle, sperando ardentemente che ogni anno ci consegni finalmente quello che non abbiamo avuto mai o che ci faccia ritrovare quello che abbiamo perduto.

Il tempo era ancora suo, pensava Aurora con un guizzo di gioia inattesa in quel primo giorno dell’anno, doveva solo tenerselo stretto finché poteva. Ogni anno sempre di più.

Angela Di Salvo

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