Postato in data 20 Marzo 2023 Da In Società

21 Marzo 2023 GIORNATA DELLA MEMORIA E DELL’IMPEGNO IN RICORDO DELLE VITTIME DELLE MAFIE di Paolo Caruso

Il 21 marzo 2023, indetta da Libera, si celebra la ventottesima giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e costituisce un punto di arrivo e di ripartenza in cui dare spazio anche alla denuncia di infiltrazioni malavitose nel mondo imprenditoriale e della presenza di organizzazioni mafiose conniventi con la politica, massoneria e mondo economico finanziario. Il primo giorno di primavera, che fa rifiorire le speranze sopite dopo un lungo inverno di ostili e omertosi silenzi, fa si che il ricordo e la commemorazione di tutte le vittime ci riunisca nel quotidiano impegno civile contro le mafie. Lo slogan di questa giornata milanese, “E’ Possibile”, infatti ci indica che è veramente possibile realizzare quello per cui si lotta, mettendoci in gioco tutti nessuno escluso, arrivando così ad affermare con forza la pace, la giustizia, la verità, la supremazia del diritto, l’accoglienza e la libertà. Nelle piazze di molte città italiane, con al centro delle celebrazioni quest’anno la città di Milano, unite tutte per dire no alla mafia, riecheggeranno ancora i 1055 nomi di caduti per mano mafiosa, magistrati, uomini e donne delle forze dell’ordine, giornalisti, sindacalisti, preti, bambini, uomini e donne della società civile.

Un lungo elenco di nomi, un rosario interminabile di vittime, quasi un appello alla vita, un volere farli rivivere almeno nelle nostra memoria. Così il Procuratore della repubblica di Palermo Scaglione, Costa, Terranova, Chinnici, il Prefetto Dalla Chiesa e la moglie Setti Carraro, Pio La Torre, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino, Saitta, Calogero Zucchetto, Montana, Cassarà, Peppino Impastato, Padre Pino Puglisi, Schifani, Salvatore D’Addario, Vittorio Esposito, Giuseppe Di Matteo, Claudio Domino, Antonio Montinaro, Andrea Mormile, e i vigili del fuoco Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, l’agente di polizia municipale Alessandro Ferrari e il clochar Moussafir Driss a Milano, e a Firenze nella strage di via dei Georgofili la piccola Nadia e la sorellina Caterina di appena cinquanta giorni, i loro genitori Fabrizio e Angela, lo studente Dario Capolicchio, tutti e tanti altri caduti per vile mano mafiosa.

Risuonano ancora prepotentemente le frasi simbolo di Falcone: “Gli uomini passano, le idee restano, e restano anche le loro tensioni morali che continueranno a camminare sulle gambe di altri Uomini”. Dalla sede principale di Milano la lettura di questi nomi si trasforma in una vera e propria preghiera di speranze e rimbalza velocemente da una parte all’altra del mondo. Come detto da Don Ciotti, bisogna che la memoria si trasformi in una responsablità di tutti i giorni e in un impegno costante per gridare che le mafie e le guerre hanno la stessa radice e sono guidate dai signori della morte. E’ importante che la politica, le Istituzioni escano dall’ambiguità e provino a dissipare i depistaggi e le tante ombre che da troppi anni occultano la Verità. Dinanzi al riecheggiare dei nomi di questi Eroi, e alla dabbenaggine della politica, chissà quante volte il cittadino si sarà chiesto “a cosa sia servito il prezzo pagato da queste vittime della mafia”.

Del resto dopo la riforma Cartabia tutto viene riportato all’anno zero, e anche con questo governo di destra e l’avvento del ministro Nordio il tripode corruzione, evasione, speculazione continuerà a proliferare e a foraggiare un sistema già affermato di collusioni tra politica, imprenditoria e mafia. Fiumi di parole dei soliti noti del giornalismo nostrano e della politica inondano da oggi gli schermi televisivi e la carta stampata in un rituale che si ripete costantemente in tutte le cerimonie commemorative, mentre la mafia all’ombra dei suoi interessi economico finanziari riesce a condizionare sempre più la vita democratica del Paese.

A noi non resta altro che tenere alta la testa senza mai chinarsi al malaffare, solo così riusciremo ad onorare Uomini e Donne vittime “immortali” cadute per mano mafiosa per il riscatto di questo nostro Paese. Compito di tutti noi è quello allora di tramandare alle nuove generazioni gli ideali di onestà, di giustizia, di libertà e di amore per la propria Terra senza che nulla venga tralasciato e la memoria di questi eroi dei nostri tempi non cada nell’oblio.

Dott. Paolo Caruso

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