Ragusa, 10 ottobre 2025 – L’11 ottobre non è un giorno qualunque.
È il giorno in cui, nel 2018, la vita di Maria Zarba è stata spezzata dalla violenza. Una donna semplice, generosa, amata dalla sua comunità, strappata ai suoi affetti da chi avrebbe dovuto rispettarla.
Oggi, a distanza di anni, noi di Adessobasta scegliamo il silenzio delle cerimonie, ma non il silenzio della memoria.
Il suo nome continua a parlarci, a gridare insieme a quelle di tutte le donne uccise da chi non accetta la loro libertà.
Ricordare Maria non è un atto formale, è un dovere civile e umano.
Il femminicidio non è una tragedia privata, ma una ferita collettiva che riguarda ciascuno di noi, le nostre famiglie, le nostre comunità.
Non dobbiamo abituarci, non dobbiamo dimenticare.
Perché ogni donna uccisa è una vita interrotta, un futuro negato, una società che perde parte di sé.
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