La giornata mondiale della terra di aprile, conosciuta come “Earth day”, rappresenta l’evento green che riesce a coinvolgere milioni e milioni di persone in tutto il pianeta, uno degli eventi internazionali più importanti come quelli sul clima e sull’ambiente nati per sensibilizzare i popoli e i loro rappresentanti alla tutela e alla salvaguardia del proprio habitat e all’uso sostenibile delle risorse naturali. Questa giornata mette in guardia tutti gli uomini sulla necessità di preservare gli equilibri ecologici minacciati e dai quali dipende tutta la vita terrestre.
Oggi la giornata mondiale della terra si arricchisce con il ritorno tra le tante nazioni partecipanti di un grande Paese come gli Stati Uniti d’America, un ritorno davvero tanto atteso dopo l’era Trump. Questa giornata celebrativa ma nello stesso tempo illuminante per le decisioni da prendere, in piena pandemia ha un significato del tutto particolare, quello dello stato di salute del pianeta Terra, del rapporto inscindibile tra uomo e natura, tra uomo e ambiente, con un ambiente da preservare anche per la sopravvivenza della specie. La distruzione e lo sfruttamento estremo degli habitat unitamente agli effetti del cambiamento climatico stanno portando verso la perdita della popolazione mondiale di animali selvatici, diverse specie infatti sono del tutto scomparse e altre sono in grave pericolo.
Fino ad ora il passo tenuto sui cambiamenti climatici e sull’innalzamento della temperatura dai rappresentanti dei diversi Paesi è stato particolarmente lento e non rapportabile a quello più veloce e più dirompente tenuto dagli stravolgimenti che minacciano pericolosamente l’ecosistema, ghiacciai, foreste biodiversità, la sicurezza alimentare e la salute di milioni di persone. La crisi climatica porterà da un lato ad un innalzamento della temperatura di 3,2 gradi entro la fine del secolo con scenari non certo rosei per l’intera umanità con il rischio reale di eventi estremi, scioglimento dei ghiacciai in tempi sempre più brevi, delle calotte della Groenlandia e dell’Antartide con innalzamento del livello del mare e milioni di chilometri quadrati di aree costiere sommerse, dall’altro lato porterà un aumento della frequenza e della intensità degli incendi boschivi con la conseguente deforestazione di vasti territori del pianeta. Se gli allarmi lanciati dagli scienziati resteranno ancora inascoltati, se i governanti continueranno a essere ciechi e sordi, e se i temi del clima, dell’ambiente, della riconversione energetica resteranno problemi secondari, allora la “febbre” della Terra continuerà a salire e le emergenze planetarie si avvieranno ad un punto di non ritorno.
Purtroppo anche oggi i gas serra continuano ad aumentare e non si placa la tendenza al riscaldamento terrestre, infatti a livello mondiale poco o nulla è stato fatto per salvare il pianeta, per ridurre l’utilizzo graduale dei fossili, e limitare la crescita della temperatura globale. La difesa dell’ecosistema e del pianeta passa attraverso i governi nazionali ma anche attraverso i comportamenti individuali. Discariche illegali, sversamenti, inquinamento del sottosuolo e delle falde acquifere costituiscono per l’Italia un patrimonio negativo per la vivibilità e la salvaguardia ambientale dell’intero paese.
Cosa è stato fatto e quale iniziativa è stata presa dalle autorità competenti per vigilare e preservare al meglio interi territori dalla devastazione ambientale? Così ogni qual volta eventi estremi colpiscono vaste aree del Paese si assiste a scene di morte e di distruzione, in una miscela esplosiva ascrivibile a calamità naturali legate ai cambiamenti climatici e alla mano e alla cecità dell’uomo. La politica, quella politica spesso latitante con la sua complicità ha favorito il dissesto idrogeologico e la cementificazione dissennata di intere aree boschive, fluviali e marine, in questa giornata della Terra viene fuori con i suoi discorsi celebrativi e rituali, e con un pieno di pura ipocrisia. Servirà davvero uno sforzo internazionale di assoluta saggezza per ridurre le emissioni climalteranti per limitare la crescita della temperatura media globale.
Accumulare energia solare è la sfida del terzo millennio, ed è quello che può salvare veramente il pianeta. Il naturale passaggio dalle fonti fossili a quelle rinnovabili, l’assoluta necessità di realizzare sistemi di accumulo di imponenti quantità di energia in grado di soddisfare differenti esigenze sarà la scommessa vincente per l’umanità.
Dott. Paolo Caruso