Postato in data 16 Agosto 2024 Da In Fatti

ARCHEOLOGIA E ARCHITETTURA – MERCOLEDÌ 21 AGOSTO, ALLE 19,30, NEL BELVEDERE DEL MUSEO DI KAMARINA, SARA’ PRESENTATO IL LIBRO DI GESUALDO BUFALINO

Un libro di memorie, di viaggi, di archeologia, un libro fotografico. Si presenta il volume “Gesualdo Bufalino, Roger Peyrefitte e Camarina. Frammenti di un Grand Tour”

Mercoledì 21 agosto, alle 19,30, nel Belvedere del Museo archeologico di Kamarina, sarà presentato il libro “Gesualdo Bufalino, Roger Peyrefitte e Camarina. Frammenti di un Grand Tour” (Arteinsieme, Tipografia Kromatografica, Ispica, 2024), curato da Giovanni Di Stefano e Luigi Nifosì.

L’evento è organizzato dall’associazione culturale Arteinsieme di Comiso. Ad introdurre la serata saranno il direttore del Museo regionale di Kamarina, Carmelo Nicotra e il presidente di Arteinsieme, Marcello Nativo. A presentare il libro sarà Giuseppe Traina, professore ordinario di Facoltà di Letteratura italiana presso la facoltà di Lingue e Letterature Straniere dell’Università di Catania. Il regista e attore Gianni Battaglia leggerà alcuni brani.

Il volume ripropone un brano del libro Du Vesuve a l’Ètna”, pubblicato in francese nel 1952 e riproposto in Italia nel 1986 con una prefazione di Gesualdo Bufalino dal titolo “Viaggiare è una seduzione d’amore”. Bufalino, nella sua prefazione, ripercorre i tratti essenziali della vicenda personale e letteraria di Peyrefitte, personaggio eccentrico e sui generis, probabilmente l’ultimo dei grandi viaggiatori dell’Ottocento, che a lungo dimorò a Taormina e che volle conoscere e visitare ciò che rimaneva dell’antica Camarina. La città greca all’epoca era quasi sconosciuta, gli scavi sistematici non erano ancora iniziati. La descrizione di Peyrefitte non nasconde la delusione per i pochi resti ritrovati laddove era stata poi edificata l”antica masseria (oggi sede del Museo) che incorporavano parte delle mura del tempio di Athena. Il libro è completato dal saggio inedito di Giovanni Distefano e dalle foto di Camarina realizzate dal fotografo Luigi Nifosì, che scandiscono i vari momenti della narrazione, accompagnate da didascalie tratte da testi dello stesso Bufalino.

Il libro ha un unico filo conduttore: l’amore per Camarina. Fu ciò che mosse l’eccentrico viaggiatore francese, così come Gesualdo Bufalino che – racconta Di Stefano – si recò a Camarina poche volte, vivendola però sempre con grande trasporto verso quei luoghi intrisi di storia e di memoria. Ed è ciò che ha mosso anche Giovanni Di Stefano, a lungo direttore del Museo di Camarina, che ha al suo attivo numerose pubblicazioni ma che ha scelto, insieme ad Arteinsieme, la pubblicazione di libri in cui l’elemento fotografico e la fatica letteraria camminano lungo un unico filo conduttore. Peyrefitte scrive con uno stile asciutto e intrigante, Bufalino ne coglie “le smanie del “coureur d’enfants” e ne descrive “la turbata spedizione di piacere” nell’estremo lembo della Sicilia orientale, costretto, per farlo, a passare da Gela.

“La riedizione degli scritti dei Peyrefitte, con la prefazione di Bufalino – spiega Giovanni Di Stefano completa il ciclo dedicato allo scrittore comisano e al suo rapporto con Camarina, che avevamo iniziato nel 2020 con il primo volume, “Bufalino, Camarina e dintorni”. Le foto di Luigi Nifosì ne costituiscono una parte essenziale. Ho chiesto a Nifosì delle foto (in parte inedite, in parte tratte dal suo archivio) che permettessero di restituire il fascino dei luoghi così come Bufalino lo colse durante le sue visite e che ispirò il viaggio difficile di Peyrefitte”.

Il volume può essere definito, in parte, il libro fotografico. Il repertorio fotografico è di Luigi Nifosì e completato da alcune foto d’epoca (fornite da Paola Pelagatti, Arturo Barbante, Attilio Zarino, Giovanni Giacchi) che ripropongono, in qualche modo, l’immagine di Camarina che si presentò, 70-80 anni fa, agli occhi di Peyrefitte. “Ho realizzato alcune foto di recente, cercando i paesaggi e le emozioni descritte dai testi di Bufalino – spiega Luigi Nifosì – per altre ho attinto al mio archivio, come nel caso del promontorio di Camarina, con la palude e il ponticello che ora non esiste più. I ruderi, i resti del tempio ci riportano all’antica città greca che tanto ha significato per Bufalino e Peyrefitte e ripropongono, in qualche modo, il loro viaggio e le emozioni vissute”.

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