Palermo città dalle molteplici bellezze artistiche fa di tutto per essere ricordata e immortalata tra cumuli di rifiuti maleodoranti che sotto l’asfissiante calura di una estate sempre più torrida riescono a dare il meglio di se, facendoci dimenticare i profumi di zagara che l’hanno pervasa e inebriata nel corso dei secoli.
Questo purtroppo è lo scenario che si presenta agli occhi sbigottiti dei tanti turisti che in questi giorni affollano le vie della quinta città d’Italia,capitale della cultura 2018, rappresentando nello stesso tempo uno spettacolo indecoroso per gli stessi i cittadini palermitani e una ulteriore beffa in quanto costretti a pagare “profumatamente”, se così si può affermare, una TARI ad un prezzo eccessivamente oneroso. Un susseguirsi di vicissitudini legate anche alle diverse gestioni del sistema rifiuti non giustifica la estrema precarietà di un servizio essenziale a tutela delle condizioni igieniche di una città e soprattutto della stessa salute dei cittadini che la abitano.
E pur vero che anche i cittadini hanno le loro responsabilità, ma non è più tollerabile l’assenza delle istituzioni locali e il silenzio del sindaco proteso a chissà quali altri riconoscimenti internazionali.
Paolo Caruso