Il carisma agostiniano è tornato sul soglio petrino nelle sembianze di papa Leone XIV. “Una persona mite e ferma nel dialogo”, dice di lui suor Maria Cristina Daguati, priora delle agostiniane del monastero di Santa Chiara della Croce a Montefalco, in provincia di Perugia. Nelle ore dopo l’elezione del nuovo Pontefice le telefonate si sono susseguite. In molti vogliono parlare con chi lo ha conosciuto, dato il suo legame con l’Umbria. Spesso, infatti, per la sua devozione a santa Rita e a santa Chiara e in veste prima di priore generale dell’ordine agostiniano poi di cardinale, Prevost si recava nelle terre del Sagrantino e dalle monache di Cascia. La superiora risponde anche alle domande di Interris.it, raccontando che alla notizia della sua elezione nel monastero hanno tutte provato “un sentimento di grande gioia, insieme alla consapevolezza che i cardinali elettori hanno capito come il carisma agostiniano si delineava da anni nella Chiesa”.
“Veniva qui fin da ragazzo a fare gli esercizi spirituali e per dodici anni è stato priore generale del nostro ordine”, racconta suor Daguati. “E’ stato presente con grande capacità di ascolto e molta semplicità. Ricordo in particolare la sua visita per gli ottocento anni dalla morte di santa Chiara da Montefalco, nel 2008. E’ stato molto caloroso con noi, affabile e insieme riservato”, prosegue la priora.
Il carisma
La mitezza sembra essere il tratto della personalità più noto e osservato del nuovo Pontefice. La consacrata lo conferma, aggiungendo che è “un uomo di grande dialogo e sensibile ai bisogni delle persone”. E il carisma agostiniano a cui faceva riferimento in precedenza? “Sant’Agostino ha compreso che la comunità deve avere un cuore solo e un’anima sola in Dio, così i monaci non sono figure solitarie bensì formano un’unica anima in Cristo e condividono tutto”, spiega suor Daguati, “in tempo di sinodalità credo che questo carisma significhi condividere i tesori della fede con chiunque lo chieda”.
Nei giorni che precedevano l’inizio del conclave, dalle congregazioni generali cardinalizie era emersa la necessità di eleggere un Papa che fosse “pastore”, “maestro d’umanità e volto di una Chiesa samaritana”, segno di “misericordia, sinodalità e speranza”. Suor Daguati tratteggia così il profilo pontificale di Leone XIV: “Padre Prevost è un innamorato di Cristo e il suo primo messaggio, affacciato alla Loggia delle Benedizioni, ci ha fatto capire che tutto parte da questo centro. Sarà un Papa pieno di misericordia”.
FONTE – INTERRIS