Postato in data 14 Settembre 2020 Da In Spettacoli

EXCURSUS DI UNA STORIA PROFESSIONALE VISSUTA

Tutto ebbe inizio al suono di una campanella che scandiva l’inizio del mio primo giorno di scuola e l’ingresso ufficiale nella società. Quanti timori, quante ansie, lontano per la prima volta dagli occhi vigili e protettivi dei miei genitori. Da allora tanto tempo è trascorso, e da quella prima tappa il susseguirsi degli anni mi ha condotto via via a studi sempre più complessi come quelli classici e alla conoscenza di greco e di latino.

Il tempo degli anni più belli e spensierati è volato via, e così mi ritrovo a intraprendere gli studi universitari presso la facoltà di medicina e chirurgia, un percorso lungo e difficile ma che in effetti coronava le mie aspirazioni giovanili. Il tempo di un battito d’ali i sei anni trascorsi all’università, e mi ritrovo con il tanto agognato diploma di laurea. Con l’abilitazione ero finalmente medico, una professione di prestigio con tante responsabilità e al servizio di una umanità sofferente.

Gli anni della specializzazione in pneumologia sotto l’insigne Maestro Professore Giuseppe Spina, accademico illustre dell’università palermitana, hanno forgiato e sviluppato di più le mie conoscenze. Ma come si sa ed è risaputo l’università è un mondo a parte, dove ipocrisia e potenzialità si scontrano costantemente rendendo difficile la permanenza al suo interno agli stessi specializzati. Così realizzando il mio sogno di medico ospedaliero iniziai la mia prima esperienza nel lontano Friuli, in una regione la cui organizzazione sanitaria a me sembrò perfetta.

Alcuni anni dopo il ritorno in Sicilia in una cittadina di montagna, in un ospedale di frontiera, in cui però operavano medici di elevate doti professionali e umane. A loro devo tanto, anche il futuro coronamento della mia carriera apicale, e a questa cittadina tantissimo, l’incontro con la donna mia futura compagna di vita e la nascita dei miei due figli. Un legame con la professione medica e con l’ospedale che, nonostante la politica clientelare abbia cercato di recidere, è rimasto intatto rafforzando in me la consapevolezza che la buona sanità parte dai medici liberi e non asserviti a logiche di potere e alle tendenze politiche del momento.

Dopo più di vent’anni di esperienza ospedaliera la decisione di cambiare, di intraprendere l’attività di medico generalista e di iniziare un rapporto di lavoro libero professionale con la A.S.P, così il ritorno nella mia città. Nuovi rapporti, nuove conoscenze, nuove amicizie, ma soprattutto una visione diversa del rapporto medico paziente e l’aspetto medico sociale accrescono maggiormente il bagaglio della mia esperienza di vita.

Purtroppo anche la professione di medico di medicina generale nel corso di questi ultimi anni ha subito un costante ridimensionamento e una grave limitazione legata a ridotti investimenti finanziari e ad una esasperante burocratizzazione in contrasto con “cura secondo scienza e coscienza”. Ora che il mio rapporto professionale con il S.S.N è arrivato alla tappa finale di questo lungo viaggio ricco di soddisfazioni ma anche di qualche amarezza, ecco riudire il suono della campanella che mi ricorda che il tempo è trascorso e bisogna lasciare ad altri giovani medici il testimone per potere anche loro intraprendere quella strada avvincente costellata di tanta umanità che si chiama professione medica.

Dott. Paolo Caruso (Pneumologo)

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