Postato in data 30 Marzo 2024 Da In Politica

ANCORA UNA VOLTA….. EUROPA NON PERVENUTA di Paolo Caruso

Ancora oggi le immagini trasmesse dalla TV e dai media di tutto il mondo della nostra connazionale Ilaria Salis ammanettata, catene ai piedi, e guinzaglio al collo, entrare nel tribunale magiaro per essere giudicata per sospetta aggressione e lesioni del tutto lievi nei confronti di un gruppo di giovani nazisti durante una manifestazione a Budapest avvenuta quasi un anno fa, lascia perplessi e sconcertati. Nonostante le lesioni del tutto marginali e la mancata denuncia querela nei confronti della donna italiana da parte dei giovani aggrediti, le autorità magiare hanno confermato il regime carcerario duro per la nostra connazionale, respingendo la richiesta di arresti domiciliari nella stessa Budapest e il pagamento della cauzione di quarantamila euro. Considerata alla stregua di una criminale pericolosa, la Salis viene sottoposta ormai da tredici mesi alle più gravi limitazioni dei diritti umani e come riferisce l’imputata anche a torture e sevizie. Inimmaginabili le sofferenze psicofisiche della detenuta reclusa in una cella “pattumiera”, per mesi anche in isolamento e il dolore oltre che lo sdegno dei familiari che si vedono respinta la possibilità dei domiciliari in attesa di un processo che dimostri la propria innocenza. Scene di disumano trattamento riprese da tutti i telegiornali che lasciano totalmente sgomenti trattandosi dell’Ungheria, che fa parte dei 27 Paesi che formano l’Europa. La scena poteva rassegnatamente essere tollerata se trasmessa da un tribunale iraniano o afgano o da altro Paese privo di libertà e di diritti civili, ma sicuramente non da uno nel cuore della Mitteleuropa. L’Ungheria di Orban pare che stenti a ispirarsi all’Occidente di cui si sente parte, e a quei valori che hanno fatto grande l’Europa di oggi, che si definisce con tutti i suoi limiti “democratica e liberale” con una Costituzione fondata aprioristicamente sulla dignità della persona e sul rispetto dei diritti umani. La gogna mediatica disumana è inaccettabile per chiunque crede in questi valori, e non può perciò essere giustificabile e valenza di pena. Purtroppo, di fronte alle scene terrificanti della nostra connazionale nel tribunale ungherese, viene a mancare il grido di sdegno da parte dell’Europa che nel silenzio assordante della politica tende ad ammainare la bandiera della civiltà. Silenzi compiacenti forse ma non giustificabili anche da parte dell’Italia meloniana, “Patriota” ma non tanto, visto che non riesce o meglio non vuole interferire sul governo magiaro per alleviare le condizioni disumane della nostra connazionale in attesa da più di un anno di un regolare processo. Forse una punizione per la Salis rea di essere antifascista? Soltanto vergogna, vergogna, vergogna!

Dott. Paolo Caruso

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