Postato in data 23 Marzo 2023 Da In Spettacoli

UN’ALTRA OCCASIONE SPRECATA di Paolo Caruso

Di certo lo scenario di questi giorni offerto dalla politica riguardo il conflitto di interessi rappresenta una ulteriore brutta storia che soffoca il concetto nobile della stessa politica. Si assiste allibiti nel constatare quanto all’interno del parlamento sia presente un forte schieramento restio a qualsiasi cambiamento legato al conflitto di interessi e al divieto a ministri, parlamentari, assessori regionali e comunali in carica di prendere denaro da Paesi esteri. La proposta presentata infatti dal Monvimento 5 Stelle trova un muro invalicabile nelle forze di governo ma anche tra le forze di opposizione, Calenda con Azione + Italia Viva in primis, e cosa ancora più grave con l’astenzione del Partito Democratico. A votare la proposta restano così solo i Pentastellati e Alleanza Verdi Sinistra Italiana di Fratoianni e Bonelli. Ci si chiede allora dopo questa sonora sconfitta e la bocciatura della proposta sul conflitto di interessi quali garanzie offrono i partiti di opposizione per la sostenibilità di una piattaforma progressista allargata che possa contrastare efficacemente questo governo di destra. Il gatto dei Parioli e la volpe di Rignano ancora una volta hanno dimostrato l’assenza di credibilità e la poca affidabiità per future alleanze, infatti Calenda cambiando radicalmente la sua posizione sul conflitto di interessi si è associato al voto negativo delle forze di governo, lo stesso Renzi d’Arabia, del resto era scontato, che per interessi personali avrebbe votato contro tale proposta. Quello che però lascia veramente sconcertati e perplessi è l’astensione del Partito Democratico, un partito in fase di rinnovamento che sembrava con la sua nuova segretaria appena eletta, Elly Schlein, aver trovato un collocamento ben preciso nel fronte della sinistra progressista. Una profonda delusione ancora una volta tra le fila dei democratici adombrati dal peso del renzismo che per la posizione assunta sul conflitto di interessi e sull’invio ulteriore di armi all’Ucraina crea delle crepe profonde per un eventuale e futuro fronte progressista. Il modello di partito targato Schlein inaspettatamente presenta le sue vecchie credenziali, un PD con carrozzeria appena verniciata di rosso e già con qualche sbavatura, il solito motore giù di giri che balla alle prime sollecitazioni per la presenza delle solite vecchie incrostazioni, insomma un Partito Democratico che ancora oggi non poteva che offrire una prestazione strozzata in linea con il suo recente passato. Altro che voto di scuderia……..

Dott. Paolo Caruso

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