Postato in data 19 Novembre 2021 Da In Politica

LA LOTTITAZIONE POLITICA, GRAVE VULNUS DELL’INFORMAZIONE POLITICA ITALIANA

Il vulnus dell’informazione italiana da quella imprenditoriale a quella pubblica radiotelevisiva è dato dall’esasperante lottizzazione politica. Non è del resto una novità che dietro il mondo dell’informazione si annidano i poteri forti a tutela dei propri esclusivi interessi e a discapito di una libera e corretta informazione. Infatti, in questo particolare momento, sotto il silenzio assordante del “Deus ex machina” Mario Draghi, si assiste nel mondo radiotelevisivo ad un rimescolamento delle nomine, ad un vero e proprio riposizionamento di personaggi rappresentativi dei partiti, delle loro correnti, e delle lobby; di ominicchi in cerca d’autore. Una azione piratesca da parte di Draghi e dei suoi corsari, un assalto al forziere dell’informazione pubblica radiotelevisiva degna della peggiore lottizzazione della prima repubblica e del successivo ventennio berlusconiano. Una spartizione anomala di un manuale Cencelli rivisitato che penalizza pesantemente il partito di maggioranza relativa con la mancata nomina di un rappresentante negli organi direttivi della RAI.

Il sistema di potere, rigettando il M5S come corpo estraneo, continua la sua operazione distruttiva e di annientamento, relegandolo nella ammucchiata innaturale dei partiti di governo ad una posizione di assoluta marginalità. Così può solo spiegarsi il parziale rimodellamento del reddito di cittadinanza, lo smantellamento del decreto dignità, lo sconvolgimento della riforma Bonafede e la controriforma Cartabia, la revisione pensionistica con un graduale ritorno al passato, alla famigerata riforma Fornero, la cancellazione del cashbac. Leggi bandiera dell’azione pentastellata rase al suolo grazie alla colpevole inettitudine degli stessi parlamentari 5 Stelle interessati più alle poltrone istituzionali e agli scanni delle Camere che a fronteggiare l’onda della restaurazione draghiana. Così i soliti noti del malcostume radiotelevisivo, Mario Orfeo braccio armato dell’ortodossia renziana, Monica Maggioni ex presidente RAI vicina ad ambienti Bilderberg, Petrecca vicino a FDI, Gennaro Sangiuliano attuale direttore del TG2 leghista meloniano, Simona Sala di area Pd, Casarin leghista Salviniano, tutti pennivendoli ben assoldati al potere, ritornano sulla scena dell’informazione pubblica.

Il movimento 5 Stelle appare sempre più dilaniato da personalismi in cui certi sedicenti pentastellati sembrano con i loro comportamenti essere i peggiori nemici del movimento stesso. Conte, persona di indubbia capacità e onestà in queste condizioni è costretto a ingoiare il rospo della sua fragilità politica, offrendo il fianco spesso anche al fuoco amico. Pur non condividendo il metodo spartitorio della RAI, e chiedendo di trovare un accordo, Conte veniva tenuto alla larga dai poteri decisionali quali il sottosegretario a Palazzo Chigi Roberto Garofali e il capo di gabinetto di Draghi, e ancor prima di Gentiloni, Antonio Funiciello in ottimi rapporti con lo stesso Matteo Renzi. Infatti le voci fuori dal sistema sono da occultare a tutti i costi mentre le nuove nomine imposte dall’Ad Carlo Fuortes d’intesa con Draghi, anzichè essere garanzia di pluralismo rappresentano lo squallido corollario di interessi funzionali al solito sistema di potere.

Ora, dopo l’ennesimo schiaffo, con una riunione di partito protrattasi per diverse ore, Conte ha lanciato l’Aventino accusando il sistema di grave degenerazione, affermando inoltre che il M5S non farà sentire la propria voce nei canali del servizio pubblico. Questa riproposizione dell’organigramma RAI con fare arrogante e spartitorio conferma le tante ombre che tendono ad addensarsi sulla libertà di informazione in Italia. La sfida è appena cominciata. Riuscirà Giuseppe Conte e il suo Movimento a ritrovare lo spirito giusto e a mantenere la compattezza necessaria, facendo inoltre chiarezza al proprio interno per potere affrontare al meglio e con maggiore determinazione le sfide prossime future ad un sistema duro a morire e che mostra oggi ancor di più i segni dell’avvenuta restaurazione? Oppure Conte indebolito dal fuoco amico assisterà impietrito la fine di un sogno e la fine del nuovo corso pentastellato? E le Stelle staranno davvero ancora una volta a guardare pronti a scomparire nel buio assoluto dello spazio inghiottiti dai buchi neri della partitocrazia?

Dott. Paolo Caruso

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