Postato in data 4 Agosto 2017 Da In Al servizio del cittadino, Ambiente

INQUINAMENTO DEL MARE : UN DANNO INCALCOLABILE

 

Come ogni anno, si fa la conta degli oggetti abbandonati che sporcano immancabilmente le nostre spiagge, alimentando sempre più l’inquinamento marino.

Ci riferiamo soprattutto ai mozziconi di sigarette e ai brandelli di plastica che invadono i litorali.

La plastica che, sotto ogni sua forma, arriva in mare non scompare, non si degrada ma si spezzetta in minuscoli frammenti. Il filtro di una sigaretta non solo impiega cinque anni a scomparire, ma invece di essere eliminato, l’acetato di cellulosa viene sminuzzato andando così a contaminare il mare.

Nella classifica dei rifiuti seguono poi i frammenti di vetro, oltre alle sempre presenti lattine. Si aggiungono poi una gran quantità di sacchetti di plastica e rifiuti sanitari.

Almeno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono in mare ogni anno. Se non ci sarà un cambio di rotta, con una diminuzione della produzione e una maggiore attenzione allo smaltimento, nel 2050 lo sversamento potrebbe essere quadruplicato.. In quella data, in termini di peso, gli oceani potrebbero contenere più bottigliette che pesci.

Tra le acque più inquinate ci sono quelle del Mediterraneo. Il problema, infatti, non riguarda solo la spazzatura di grandi dimensioni (che spesso forma delle vere e proprie isole in mezzo all’acqua), ma anche i rifiuti che non riusciamo a vedere, come la concentrazione delle microplastiche a largo delle nostre coste.

A farne le spese, ovunque, sono gli esseri viventi. Se l’immondizia danneggia la flora e provoca il soffocamento e la menomazione degli animali marini, le particelle vengono spesso ingerite da organismi che poi finiscono nei nostri piatti. Con effetti che, anche se gli studi in merito sono ancora agli inizi, sembrano dannosi anche per l’uomo.

Il mare e le aree costiere italiane, straordinario patrimonio ambientale, culturale e storico nazionale, subiscono minacce continue, su più fronti, che mettono a serio rischio l’integrità di questi ambienti fondamentali per la vita della nostra Penisola. Pesca illegale, scarichi illeciti, mala depurazione, cementificazione selvaggia, trivellazioni off-shore, sversamenti di idrocarburi, degrado.

Insieme a politiche territoriali e nazionali spesso distratte e poco lungimiranti, fanno del nostro mare e delle nostre coste luoghi in pericolo da monitorare e proteggere costantemente.

Occorrerebbero strategie a lungo termine e sostanziose per ridurre l’uso di materie plastiche e microplastiche, in particolare le buste di plastica e i prodotti monouso, anche in collaborazione con i soggetti interessati a livelli rilevanti per affrontare la loro produzione, commercializzazione e utilizzo.

Dovremmo infatti essere consapevoli che se trovassimo una soluzione per l’inquinamento e per i rifiuti, se non gettassimo immondizia dove capita, avremmo un mondo più pulito. E un mondo pulito, darà una vita migliore per tutti.

La Responsabile Zonale U.Di.Con.

Carmela Nobile

 

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